Continua la protesta del lavoratori della catena di Compro Oro a cui alcuni punti vendita è stata sospesa la licenza per tre mesi dalla Questura di Varese, per "violazioni costanti alle prescrizioni contenute nelle licenze". Già nei giorni scorsi davanti al negozio di Castellanza che si affaccia sulla Saronnese erano comparsi dei cartelli di protesta contro il provvedimento disposto dalle Forze dell'Ordine.  "Ci avete rotto i c…..i, pagliacci", "Il Paese è in crisi per colpa vostra", "Dovete bruciare..". Sono solo alcuni dei messaggi che contestano "una chiusura ingiusta per violazioni inesistenti". 

In attesa della decisione del Tar (la proprietà ha presentato ricorso e al momento è stato riaperto solamente il punto vendita di Monza, ndr), i dipendenti non intendono quindi smantellare il picchetto per il quale chiederanno regolare permesso alle Istituzioni. 

"I lavoratori coinvolti – spiega Gabriele Napoli, tra i più attivi nella protesta – sono un centinaio, a protestare attivamente qui a Castellanza siamo una decina. Da un giorno all'altro siamo rimasti senza  stipendio per un provvedimento che riteniamo ingiusto e spropositato. La proprietà, giustamente, non può permettersi di pagarci per tre mesi senza lavoro. Quindi, non intendiamo spostarci da qui" . Tanto che oggi i lavoratori hanno pranzato in mezzo alla Saronnese (vedi foto) con tanto di sedie e tavolino. "Non abbiamo bloccato il traffico – spiegano i dipendenti – ma  ci siamo fatti notare. Ci stiamo già organizzando per chiedere il regolare permesso per lo sciopero". 

I dipendenti spiegano anche che il lavoro non manca: "Non abbiamo solo clienti  disperati che non tirano la fine del mese – spiega Napoli – ma anche gente benestante che preferisce vendere l'oro piuttosto che farselo rubare in casa. I delinquenti qui non entrano, abbiamo fatto dei corsi apposta"

La catena di Compro Oro era già passata alla ribalta per una serie di manifesti shock a sfondo religioso e inneggianti la pena di morte, questi ultimi sequestrati dalle forze dell'ordine: "Non volevamo offendere nessuno – spiega Immacolata De Simone, responsabile dei punti vendita di Castellanza e Legnano – questo ci ha penalizzato moltissimo.  Dopo la chiusura del negozio di Castellanza sono stati sigillati anche gli altri, senza una spiegazione. Abbiamo sempre operato regolarmente e non è giusto che dobbiamo pagare tutto questo"

La proprietà della Mirkoro attraverso un comunicato stampa, intanto, si dissocia  dalla protesta inscenata dai soli dipendenti. 

"La Famiglia Rosa, il titolare Ovaldo Rosa ed il figlio Mirko, pur comprendendo le motivazioni che hanno spinto i propri dipendenti e collaboratori a tale gesto – si legge sulla nota stampa –  non condivide e si dissocia dai toni utilizzati soprattutto rivolti a quelle Istituzioni per le quali, la stessa Famiglia, nutre il massimo rispetto e la più profonda stima".

La proprietà rassicura inoltre propri dipendenti e collaboratori sulla "solidità economica che contraddistingue l'azienda e assicuro loro un decennio di serenità e sicurezza" e  coglie l'occasione per "ringraziare pubblicamente tutte le Forze dell'Ordine ed i loro operatori, che con i continui controlli accurati e la presenza costante sia sul territorio che presso i propri punti vendita infondono un senso di tutela ed incolumità sia per la famiglia stessa che per i collaboratori".

La Mirkoro rendo noto infine ed annuncia che "azioni disciplinari saranno prese nei confronti dei responsabili, qual'ora verranno individuati, che oltre ad offendere hanno reso pubblici dati aziendali sensibili e reali, chi ha agito in questo modo, offendendo l'opinione pubblica con frasi ingiuriose e colorite verrà sanzionato".

valeria arini