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PROVINCIA: I DATI SULLA IMMIGRAZIONE

Presentato il “XIV rapporto sull’immigrazione straniera in Provincia di Milano”, l’annuale fotografia della presenza straniera sul nostro territorio ...

L’assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Milano ha presentato questa mattina il “XIV rapporto sull’immigrazione straniera in Provincia di Milano”,l’annuale fotografia della presenza straniera sul nostro territorio realizzata con il supporto di Fondazione Ismu e Orim, l’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità.

Oltre al consueto rapporto, sono stati diffusi anche i dati OPI – Osservatorio Provinciale per l’Immigrazione – sugli insediamenti delle popolazioni rom e sinti in provincia di Milano.

IL XIV RAPPORTO ISMU – Nel 2011 la Lombardia si è confermata prima regione italiana per numero di stranieri: 1,269 milioni, il 23,7% del totale nazionale.

Lombardia dunque terra di accoglienza. Lo stesso si può dire, a livello provinciale, dell’area milanese. Tra le province lombarde, infatti, Milano è quella che registra la maggiore concentrazione di stranieri provenienti dai paesi a forte pressione migratoria: al 1° luglio2011, tra regolari residenti, regolari non residenti e irregolari, se ne contano 460.400 (il 36% del totale regionale) di cui il 57%, 262.000, a Milano città. Il 29,3% di loro proviene dall’Asia, il 25,8% dall’est europeo, il23,5% dall’Africa e il 21,3% dall’America Latina.

L’incremento annuale degli stranieri nel milanese è stato superiore all’incremento su scala regionale: +8,5%contro +6,8%.

Da inizio secolo tuttavia l’aumento complessivo degli stranieri a Milano e provincia è stato sensibilmente inferiore a quello delle altre realtà lombarde: +111% (+84% a Milano città)contro valori tra il +214% e il +356% nelle altre province della Lombardia.

Gli irregolari. A metà 2011 gli immigrati irregolari sono 49.800 (il 10,8% del totale), oltre 2.000 in più rispetto all’anno precedente. Tale aumento è dettato esclusivamente dalle dinamiche dei flussi nei comuni extracapoluogo. Nel comune di Milano le procedure di regolarizzazione per colf e badanti e i click days hanno infatti abbassato di mille unità il numero degli irregolari, oggi fermo a 30.300. In provincia si è invece passati da 16.300 a 19.500 tra il 2010 e il 2011.

Il 34,7% degli irregolari sull’intero territorio provinciale sono asiatici, il 30,1% africani e il 21,5%sudamericani.

Indice di integrazione. Resta pressoché immutato il livello di integrazione (calcolato con valori compresi tra 0 e 1, dove 1 significa massima integrazione e 0 integrazione inesistente) sia a Milano città, 0.53, sia nei comuni extracapoluogo, 0,57, dato questo analogo alla media regionale.

Residenzialità. A Milano città, il 72% degli stranieri vive da solo o con la propria famiglia. Un dato in netto aumento, seppure in leggero calo rispetto al 2010, rispetto al 37% del 1997. Nell’hinterland il dato è maggiore: 78% contro il 21% di quindici anni fa. Questa evoluzione si coglie anche analizzando quanti stranieri vivono oggigiorno in case di loro proprietà: a Milano città uno su cinque, nei comuni extracapoluogo addirittura uno su quattro. Pare scontato quindi che le coabitazioni diminuiscano, attestandosi 15%.

Lavoro. Il tasso di disoccupazione tra gli ultraquattordicenni che vivono a Milano città è del10,8%. Più lontano dal 22% del 1997 che dal 5,7% del 2007 e in linea con i valori dell’ultimo biennio. Nell’hinterland la disoccupazione è leggermente più alta a causa delle minori opportunità lavorative: 13%. In entrambi i territori, capoluogo e hinterland, il 33,6% degli stranieri risulta regolarmente occupato con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Altri dati generali:

• Sesso: il 51% degli stranieri è di sesso maschile, il 49% di sesso femminile. Si conferma così il trend che sta conducendo all’equilibrio di genere tra gli immigrati (nel 1997, a Milano città gli uomini erano il 62%, nell’hinterland addirittura il 72%).

• Religione: gli stranieri sono prevalentemente cattolici: 36% a Milano, 34% nei comuni extracapoluogo. La presenza musulmana, pur stabile rispetto all’anno precedente su tutto il territorio della provincia, è in netto calo nel medio-lungo periodo, soprattutto nell’hinterland dove si è passati dal 60,8% del 1997 al 32,3% del 2011.

• Istruzione: il livello di istruzione tra gli ultra quattordicenni è in costante crescita: 1 su 2 ha conseguito il diploma di scuola superiore. Tra le province lombarde, Milano è al primo posto per laquota di “almeno diplomati” e di laureati.

• Età media: 36 anni a Milano città,34 negli altri comuni della provincia

• Anzianità di presenza in provincia:la maggioranza “relativa” (il 42,9% di coloro che vivono a Milano e il 47,1% di chi vive negli altri comuni dell’hinterland) dei 460.400stranieri rilevati vive in provincia da un periodo compreso tra i 5 e i 10anni.

“Senza conoscere la realtà che ci circonda, è impossibile programmare azioni amministrative. Questi dati sono l’elemento da cui gli amministratori del nostro territorio possono partire per promuovere azioni di integrazione, ma anche politiche di sostenibilità” ha affermato l’assessore Massimo Pagani. Che ha aggiunto: “La regolarizzazione passa dal posto di lavoro e da un titolo di studio. Con la stabilità dei rapporti cresce inevitabilmente anche il tasso di integrazione”.

RAPPROTO OPI SU ROM E SINTI. L’indagine condotta dall’OPI di Milano sulle realtà insediative delle popolazioni rom e sinti, la prima dal 1998, si è basata sulle risposte di 118 comuni del territorio al questionario inviato dalla Provincia.

Soltanto 21 amministrazioni locali, il 17%, hanno segnalato la presenza di campi rom sulloro territorio. Nell’hinterland sono stati rilevati 40 insediamenti, di cui solo 8 regolari. Degli altri 32, 11 sorgono su aree pubbliche e altrettanti su aree private altrui.

In queste aree è stimata la presenza di 1.124 tra rom e sinti, di cui 222 minori.

Gli insediamenti rilevati a Milano città sono invece 22, abitati da 1.479 persone,di cui 930 regolari. Solo 8 insediamenti, circa un terzo, sono regolari e sorgono tutti su area pubblica.

Nelle scuole della provincia risultano iscritti 935 minori rom e sinti, di cui 527 nella scuola primaria e 298 nella secondaria di primo grado. Dati su cui si è soffermato l’assessore Pagani: “La presenza dei minori nelle scuole, soprattutto di primo grado, lascia intravvedere qualche possibilità di integrazione. Tuttavia in questo studio manca per ora un dato fondamentale: l’inserimento lavorativo di rom e sinti. A mio avviso questo è un dato imprescindibile per poter valutare, in seconda battuta,politiche abitative”

Redazione
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Pubblicato il 08 Giugno 2012
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