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CELEBRATA LA SANCTA MISSA IN SANT'AMBROGIO

 
  

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  Fedeli silenziosi e, forse, un po’ incuriositi dalla novità; luce bassa tra le navate per via del cielo coperto e la musica, suggestiva quanto basta, della corale che riempie l’aria della chiesa di canti gregoriani antichi.  Ieri pomeriggio, nel santuario di Sant’Ambrogio, nel pieno centro storico di Legnano, è stata celebrata la «Sancta Missa» come si faceva prima del 1962, ovvero secondo il messale superato dalla riforma liturgica voluta da Paolo VI.  
 Senza dubbio un appuntamento storico, non solo per Legnano ma per tutta la diocesi ambrosiana: la chiesa di Sant’Ambrogio è infatti l’unica (se si eccettua la chiesa di San Rocco al Gentilino, a Milano) ad aver avuto l’autorizzazione alla celebrazione “ante concilio” da parte dell’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi. Una sorta di “via libera”, richiesto a suo tempo da un gruppo di persone e permesso di fatto
dall’entrata in vigore del «motu proprio» di Benedetto XVI, che liberalizza l’uso del vecchio rito tratto del messale del 1954, in uso prima della riforma liturgica di papa Montini. 
  

 Qualcuno si sarebbe potuto aspettare fedeli sfoggianti rigorosi abiti neri e signore con il viso celato da velette: non è stato così. Le circa cento persone che hanno assistito alla funzione celebrata da monsignor Attilio Cavalli (accolti all’inizio da un saluto del prevosto di Legnano, Carlo Galli) hanno avuto un comportamento sentito e raccolto, come si conviene a una qualsiasi orazione liturgica e lontano da ogni pseudo fanatismo.
 Innegabile l’ “originalità” dei momenti di preghiera, che erano comunissimi fino a 46 anni fa: il sacerdote, rivolto al crocifisso, che dava le spalle all’assemblea; i canti rigorosamente nella lingua di Cicerone, la comunione ricevuta in ginocchio. Tutto in osservanza pre concilio.

 Unica nota di colore, due figuranti della contrada di Sant’Ambrogio, con tanto di stendardi gialloverdi.  Certo, ci si potrebbe domandare quale utilità reale possa avere una funzione così, oggi: giustamente, chiunque sarebbe potuto entrare per seguire la messa. Ma, atmosfera a parte, quanti avrebbero davvero compreso? «Il nostro non è per nulla un allontanamento dalla chiesa di oggi – hanno detto all’unisono i fedeli promotori della richiesta al cardinale -: vogliamo solo riscoprire quanto di buono c’era in passato. La lingua latina, inoltre, conferisce sacralità e solennità all’evento e aiuta nella preghiera. Per chi non la conosce, abbiamo messo a disposizione dei libretti con la traduzione in italiano a fronte». La messa in latino con il vecchio messale sarà ripetuta ogni domenica, alle 17.30, sempre nella chiesa di Sant’Ambrogio.                                                               
                                                              Redazione Legnanonews

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Pubblicato il 18 Ottobre 2008
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