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Al Parco della Legalità di Rho il ricordo delle vittime di mafia, studenti protagonisti

Svelata la targa all’ingresso. Salvatore Borsellino: “Non esistono bombe che uccidono l’amore”

Generico 20 Mar 2023

Studenti protagonisti questa mattina, 22 marzo, al Parco della Legalità di Rho dove il sindaco Andrea Orlandi ha inaugurato la nuova targa voluta e disegnata dalle scuole. Le secondarie di secondo grado, coordinate dai docenti referenti per la legalità e dalla presidente della Commissione consigliare legalità e antimafia Clelia La Palomenta, hanno proposto testimonianze e storie di mafia e dedicato altri tre alberi a vittime innocenti: don Pino Puglisi; Vittorio Maglione, ucciso a soli 13 anni, e Rosalia Pipitone, morta a 25 anni. Erano presenti l’assessore alla Legalità Nicola Violante, affiancato dagli assessori Paolo Bianchi, Valentina Giro, Emiliana Brognoli, e i rappresentanti delle forze dell’ordine cittadine.

Dopo i saluti istituzionali, la mattinata si è aperta con l’intervento di Alessandro Bullani, 5H del Liceo Majorana: ha presentato il progetto che ha portato alla realizzazione del Parco della Legalità grazie al Bilancio Partecipato del 2018.

Le classi 2AST e 2BST dell’Istituto tecnico Mattei hanno simulato una intervista a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, interpretando sia i giovani interlocutori sia i magistrati vittime delle terribili stragi del 1992, pronti a esortare i ragazzi a studiare e a impegnarsi per coltivare la memoria e non dimenticare il sacrificio di chi ha lottato contro la mafia.

La classe 3A dell’Itis Cannizzaro ha ricordato la figura di don Pino Puglisi, mentre una targa veniva applicata alla pianta che celebrerà la sua memoria.

Alla 3AC del Liceo Classico Rebora è stato affidato il ricordo di Peppino Impastato, mentre le classi 3Aes e 3Bes del liceo Rebora hanno rievocato la storia di opposizione alla mafia delle sorelle Pilliu tratta dal libro “Io posso “di Piff e Marco Lillo, utilizzando anche il metodo di scrittura poetica del caviardage.

Studenti di Chimica Materiali dell’Itis Cannizzaro hanno realizzato cartelloni sulla presenza della ‘Ndrangheta a livello locale. Le classi 4C e 4F del Liceo Scientifico Majorana hanno simulato parti del processo contro i responsabili della morte di Lea Garofalo. Quattro studenti di 3A e 5E dell’Istituto Olivetti hanno dedicato il loro impegno a Vittorio Maglione (1987-1991, ucciso dalla camorra) e Lia Pipitone, vittima di Cosa Nostra (Palermo 16 agosto 1958-23 settembre 1983). Infine, la 5L del liceo linguistico Majorana ha ricordato l’impegno dell’associazione Libera.

L’Accademia Stabat Mater ha accompagnato la mattinata di riflessione con brani proposti dalle violiniste Olivia Bruno (2A del liceo Rebora Scienze Umane) e Ilaria Tortora (3 F del Liceo linguistico Majorana).

«Questo terreno – ha sottolineato il sindaco Andrea Orlandi – è il primo bene confiscato alla criminalità organizzata entrato in possesso del Comune di Rho, è ritornato alla vita ed è presentato come una idea di successo nel recupero dei beni confiscati, visto il percorso partecipativo che lo ha accompagnato». Quindi il primo cittadino è tornato alla manifestazione di Libera cui ha partecipato martedì 21 con 400 studenti delle scuole rhodensi: «Ieri a Milano mi ha colpito una cosa. Mentre venivano letti gli oltre mille nomi delle vittime, ho notato il silenzio dei familiari: non attendevano il nome del loro caro, tutti avevano per loro pari dignità. Tanti avevano le foto dei loro cari. Indossavano magliette con la loro immagine. Il messaggio che ci viene da loro e da quanto ci ha insegnato Paolo Borsellino nel suo rapporto con Palermo è la necessità di coltivare l’amore per la propria città, per la propria comunità, perché solo l’amore vero permette di cambiare le cose che non ci piacciono. La mafia non ci piace, va riconosciuta e combattuta. La mafia a Rho c’era e c’è. Abbiamo appartamenti confiscati in alcuni condomini. Può essere accanto a noi. Noi dobbiamo combatterla, dire che ci siamo contro le mafie». Infine, un rimando alle parole di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera: «La differenza la fa l’indifferenza. La non indifferenza e l’umanità sono i due ingredienti che ci possono aiutare a migliorare le nostre comunità».

Alla cerimonia ha preso parte anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso nella strage di via d’Amelio: «Ieri sono stati letti i nomi delle vittime ed è giusto perché tante famiglie non li sentono mai ricordare – ha detto – Mia madre il giorno dopo l’uccisione di mio fratello, chiamò me e mia sorella Rita e ci disse che da quel giorno saremmo dovuti andare dappertutto a parlare, a raccontare, per non far morire il sogno di Paolo. Disse che fino a quando qualcuno avrebbe parlato di lui, Paolo non sarebbe morto. Credo che il suo sogno fosse così grande, da non avere bisogno di noi. Paolo ha sacrificato la sua vita per amore e Antonino Caponnetto mi disse che non hanno inventato una bomba che uccide l’amore. Mia madre ci ha fatto anche giurare di pronunciare in ogni occasione di memoria, e lo faccio anche oggi, i nomi degli agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli: avevano sogni e speranze e li hanno sacrificati per difendere la vita del loro giudice. Non dobbiamo dimenticare, dobbiamo continuare a ricordare ciascuno e a favorire la crescita di una solida consapevolezza collettiva».

Al Comune di Rho Salvatore Borsellino ha chiesto di realizzare una targa da posizionare vicino a quella dedicata a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone con i nomi della scorta. L’assessore alla Legalità Nicola Violante si è impegnato a fare in modo che questo desiderio venga realizzato.

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Pubblicato il 22 Marzo 2023
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