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Omaggio ai nove deportati rhodensi ricordati dalle Pietre d’inciampo

Amministrazione, A.N.P.I. e scuole uniti per la Giornata della Memoria

Generico 23 Jan 2023

Nove cittadini rhodensi deportati in campi di concentramento, nove storie drammatiche che il Comune di Rho e la società civile non vogliono dimenticare.

Questa mattina, 26 gennaio 2023, alla vigilia del Giorno della Memoria, amministrazione comunale e A.N.P.I. insieme con alcune classi delle scuole cittadine, hanno reso omaggio ai deportati ricordati dalle Pietre d’inciampo, con la collaborazione di un gruppo di lettura di Oltreiperimetri.

La classe V della scuola primaria di via Grazia Deledda ha accompagnato le prime cinque tappe, la V Rim dell’Itc Mattei con la docente Cinzia Colonna ha presenziato alla posa dei fiori davanti alla Pietra che ricorda Pietro Meloni.

Questi i rhodensi ricordati insieme alle rispettive Pietre di inciampo:

CARLO MARTINI, Via Porta Ronca, 2

MARIO MARTINI, Via Porta Ronca, 2

GIOVANNI BARLOCCHI, via Giacomo Matteotti, 4

GAETANO BELLINZONI, via Giacomo Matteotti, 18

AMBROGIO FARINA, via Guglielmo Marconi, 3

ANGELO MORONI, via San Carlo Borromeo, 8

MARIO QUARONI, via San Carlo Borromeo, 8

PIETRO MELONI, via Don Tazzoli 2

GIUSEPPE CECCHETTI, via Molino Prepositurale 80

Accanto agli esponenti di Oltreiperimetri, nella prima parte della celebrazione anche i ragazzi hanno letto brani dedicati a coloro che si opposero al regime nazifascista, in difesa dei valori di libertà e giustizia. Accanto a loro esponenti delle forze dell’ordine cittadine.

Il presidente della delegazione A.N.P.I. di Rho, Mario Anzani, ha esortato i giovani studenti a fermarsi, quando passeranno nella loro quotidianità per le strade della città, per riflettere davanti a queste piccole mattonelle che riportano incise le date di nascita, di deportazione e di morte. «Erano giovani che avevano solo voglia di vivere – ha detto – Sono finiti in campi in cui sono stati trattati come bestie e non hanno fatto più ritorno. Dobbiamo ricordare e passare il testimone».

«Erano i ragazzi di Rho di alcuni decenni fa, tutti hanno radici dietro di sé ed è necessario ricordare che siamo figli di quelle generazioni – ha ricordato ai ragazzini il prevosto don Gianluigi Frova – Questa è una storia tristissima, dalla quale attraverso i sopravvissuti sono nati germogli di bene. Liliana Segre era compagna di scuola di mia mamma, il bene che lei genera con la sua testimonianza è immenso. Questo gesto che oggi compiamo ci fa ricordare le pagine brutte della nostra storia perché non ci si ricada più. La memoria è importante. Quando i nonni vi raccontano, siate lieti di poter imparare da loro e di poter tenere viva la memoria».

Il sindaco Andrea Orlandi, affiancato dal vicesindaco Maria Rita Vergani, ha ricordato la valenza del progetto avviato nella precedente amministrazione con l’assessore Sabina Tavecchia, presente con l’attuale presidente del consiglio comunale Calogero Mancarella. Ai ragazzini ha evidenziato come quei nove rhodensi fossero giovani cresciuti nei cortili della città, che avevano progetti grandi per Rho e non potevano accettare le imposizioni del regime. Si affacciavano su una città che a loro non piaceva e non si sono fermati a dire no, ma hanno sacrificato i loro affetti più cari per un ideale più grande.

Su ogni pietra sono stati deposti dei fiori per esortare i passanti a guardare e riflettere, per continuare a costruire una comunità che non rinuncia ai valori fondamentali della convivenza civile. In via Giacomo Matteotti un’attenzione particolare è stata riservata a Giovanni Barlocchi, deportato a 63 anni di età, e al nome della strada, intitolata al parlamentare vittima della violenza fascista.

Nel primo pomeriggio a rappresentare il Comune è stata l’assessore Alessandra Borghetti, affiancata dalla docente Carmen Meloni e dalla presidente della Commissione Legalità e Antimafia Clelia La Palomenta, oltre che da Mario Anzani (A.N.P.I.). In via don Tazzoli 2, di fronte alla casa di Pietro Meloni, brigadiere dell’Arma dei carabinieri, è tornato anche il comandante della stazione di Rho dei carabinieri, luogotenente Luigi Pino. Un vicino di casa, Giuseppe Botterio, ha raccontato le incursioni notturne delle camicie nere nelle case in cerca dei giovani che avevano disertato e non aderirono alla Repubblica di Salò, tra cui anche i suoi fratelli maggiori.

Carmen Meloni, nipote di Pietro, ha chiesto agli studenti dell’Itc di fare memoria dei deportati civili: «Avete una missione, avete una coscienza in formazione, sarete le donne e gli uomini che decideranno il futuro di questo Paese. Abbiate sempre uno sguardo rivolto al passato e ai valori di democrazia, uguaglianza e rispetto, la cui salvaguardia dobbiamo anche a chi ha perso la vita nei campi di concentramento».

L’assessore Alessandra Borghetti ha ringraziato gli studenti e la docente spiegando che queste cerimonie si organizzano soprattutto per loro, dal momento che quanto è successo potrebbe di nuovo accadere. L’unica arma per contrastare simili nuovi orrori è leggere, studiare e sviluppare uno spirito critico. Citando il cantautore Francesco De Gregori, Borghetti ha richiamato la canzone che recita “la storia siamo noi, nessuno si senta escluso” ed esortato a compiere la scelta giusta e non quelle imposte da altri.

Redazione
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Pubblicato il 26 Gennaio 2023
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