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“The Caucasian Job”: 7 arresti, trafficavano documenti falsi per i terroristi

Migliaia di documenti falsi prodotti anche per l'attentatore di Vienna e per foreign fighters: la Polizia di Stato arresta sette persone a Milano e in altre città della Lombardia

Migliaia di documenti falsi prodotti anche per l’attentatore di Vienna e per foreign fighters: la Polizia di Stato arresta sette persone a Milano e in altre città della Lombardia tra cui Varese.

La Polizia di Stato ha dato esecuzione, a Milano e in altre città della Lombardia, ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Milano a carico di sette cittadini dell’est europeo (un cittadino russo di etnia cecena e sei cittadini ucraini). I destinatari dell’ordinanza sono tutti ritenuti a vario titolo membri di un’organizzazione transnazionale dedita al traffico di documenti falsi e contraffatti in area Schengen e in area balcanica.

Le misure restrittive giungono all’esito di una complessa indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Milano e condotta dalla Digos di quel capoluogo in sinergia con la Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, con il supporto dell’ECTC – European Counter Terrorism Centre di EUROPOL e la collaborazione della Guardia di Finanza.

L’operazione, denominata The Caucasian Job, nasce dagli approfondimenti avviati a seguito di un’operazione antiterrorismo condotta nel dicembre 2019 dalle autorità austriache su una possibile pianificazione di attentati in Europa ed ha permesso di evidenziare significativi collegamenti con circuiti del terrorismo internazionale di matrice religiosa e, in particolare, con l’autore dell’attentato di Vienna del 2 novembre scorso.

Contestualmente, la Guardia di Finanza ha in corso attività di perquisizione e acquisizione in merito a talune significative anomalie nei trasferimenti di denaro, emerse all’esito dell’attivazione di procedure di collaborazione internazionale, richieste ai principali Istituti di pagamento comunitari, nonché di accertamenti bancari, che hanno consentito di ricostruire capillarmente l’operatività finanziaria dei principali target dell’attività di indagine, individuando flussi di denaro, in entrata e in uscita dal territorio nazionale, per circa 250mila euro.

In particolare, in stretta sinergia con l’Unità di Informazione finanziaria e con le Financial Intelligence Units estere, sono state analizzate circa 5mila transazioni, oggetto di segnalazioni di operazioni sospette, poste in essere in 60 differenti Stati, compresa l’Italia, da circa duemila soggetti.

Lo sviluppo e l’analisi del materiale sequestrato ha messo in luce l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale di carattere transnazionale, costituita dagli odierni destinatari delle misure, che, tra la fine del 2018 e l’inizio di quest’anno, ha venduto in tutta Europa oltre mille documenti falsi, alcuni dei quali intestati a stranieri già segnalati, in ambito di cooperazione internazionale, per il loro collegamento con il fenomeno dei foreign fighters.

Tra le numerose commesse ricevute – estrapolate al momento dalle oltre 100mila chat individuate nei device sequestrati – vi era anche quella relativa al documento destinato all’attentatore di Vienna, motivo per il quale il ceceno è stato indagato per associazione con finalità di terrorismo. Inoltre, tra le utenze estrapolate dal telefono di un cittadino arrestato in Austria era, infatti, emersa una numerazione italiana risultata in uso al 35enne ceceno T.A., richiedente asilo in Italia e domiciliato nella provincia di Varese, collegata a un sito internet e ad account Instagram dove si pubblicizzava la produzione e la vendita di documenti contraffatti.

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Pubblicato il 11 Giugno 2021
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