Legnano Patrimonio al canto del cigno. Il terreno tra viale Sabotino e via Menotti verso la vendita
Si profila la vendita per l'ultimo bene ancora in pancia alla partecipata, il terreno tra via Menotti e viale Sabotino dove fino al 2013 si trovava una delle due piattaforme ecologiche della città
Legnano Patrimonio al canto del cigno. Si va verso la vendita dell’ultimo bene ancora in carico alla srl, ovvero il terreno tra via Ciro Menotti e viale Sabotino dove fino a marzo 2013 si trovava una delle due piattaforme ecologiche della città: vendita che permetterà di chiudere la liquidazione della società, dando corso all’ultimo atto della vicissitudini della partecipata.
La controversa storia della società è iniziata ormai 17 anni fa con l’acquisizione di alcuni beni immobili da Palazzo Malinverni. Per versare nelle casse del comune il corrispettivo la società aveva acceso un finanziamento ipotecario, che nei piani originali avrebbe dovuto essere estinto proprio grazie ai proventi della vendita dei beni sul libero mercato. Il proverbiale “bastone tra le ruote”, però, lo ha messo la crisi del mercato immobiliare e di quello creditizio, impedendo di fatto di arrivare a scrivere la parola fine in calce al programma di dismissioni messo in cantiere.
Il risultato è che uno di quei beni, il terreno di quasi 27mila quadri tra via Ciro Menotti e viale Sabotino – che per il 71,43% è di proprietà di Legnano Patrimonio e per il 23,5% fa capo ad Amga, altra partecipata del comune, con una piccola quota di proprietà di privati -, ha avuto a lungo un destino irrisolto, passando di asta in asta e di conseguenza di svalutazione in svalutazione. Ora, però, all’orizzonte per il terreno c’è la vendita, come ha spiegato il sindaco Lorenzo Radice durante l’ultimo consiglio comunale.
Il passaggio di mano dell’area si tradurrà inevitabilmente in una futura trasformazione dell’area. In base al piano di governo del territorio “varato” dalla giunta Radice la vocazione principale del piano attuativo per l’area tra via Ciro Menotti e via Sabotino è a carattere commerciale, con un’ipotetica volumetria degli insediamenti fino a 5mila metri quadri di superficie lorda. Il progetto dovrà prevedere all’interno del perimetro «un’area verde a cessione, configurata come parco urbano fruibile, con una superficie territoriale minima di 10.500 metri quadri» e accesso da viale Sabotino e, tramite un percorso ciclopedonale, da via Ciro Menotti.
Più di un dubbio dalle opposizioni, con il capogruppo del Movimento dei Cittadini Franco Brumana che ha parlato di una «fine ingloriosa» della partecipata, stigmatizzando «la trasformazione di un terreno meraviglioso in supermercati» e «la vendita del terreno per ripianare i debiti, altrimenti il Tribunale di Busto Arsizio avrebbe disposto il rinvio degli atti alla Procura della repubblica perché promuovesse il fallimento di Legnano Patrimonio, che sarebbe stato decisamente clamoroso». Critiche anche dalla Lega: «Là dove ci sono un prato vedere e alberi c’è il rischio concreto di altri supermercati – ha sottolineato la consigliera Daniela Laffusa -, perché questo è quello che ha voluto il PGT di questa amministrazione».
Le perplessità delle minoranze, peraltro, non si sono fermate a Legnano Patrimonio, ma hanno toccato ampiamente – come è già successo più volte negli anni scorsi, dentro e fuori dal consiglio comunale – anche Azienda So.Le. e Amga, tanto sul versante economico, quanto su quello qualitativo. Senza peraltro scalfire la maggioranza, che ha approvato la revisione annuale della partecipate a ranghi compatti e sostenuto a spada tratta le scelte dell’amministrazione per le due partecipate. «Chi vuole andare in un’altra direzione vive vent’anni nel passato», ha chiosato il consigliere Davide Crepaldi di riLegnano.









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