“Amare nonostante tutto” del medico legnanese Antonino Mazzone alla Fondazione Donà dalle Rose a Venezia
L'evento è in programma giovedì 4 dicembre e rappresenta un ulteriore motivo di successo per l'ultimo lavoro editoriale del primario dell'ospedale di Legnano
Approdata alla Fondazione Donà dalle Rose a Venezia la presentazione del libro “Amare nonostante tutto” del medico legnanese prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento medico dell’Azienza socio sanitaria Ovest Milanese e da oltre 25 anni direttore dell’unità di medicina interna dell’ospedale di Legnano. L’evento è in programma giovedì 4 dicembre, alle 17.30, e rappresenta un ulteriore motivo di successo per un racconto che, partendo da una borgata del profondo Sud, anni Cinquanta del secolo passato, agli albori del boom economico e della TV, sconfina in tanti ambiti della umanità per riprendere il rapporto tra medico e paziente in tutte le sue fasi: «La mia speranza è che il libro venga letto, perchè ci sono aspetti che emozionano e danno importanza all’empatia tra chi cura e chi viene assistito», un commento del nostro primario-scrittore.
Il volume è una raccolta di racconti che alternano esperienze di vita personale, formativa e professionale dell’autore (medico e dirigente ospedaliero), e storie intense di pazienti, malattia e cura. Una delle narrazioni centrali riguarda Tanina, una giovane donna di una borgata del Sud degli anni ’50 che, a causa di una relazione con un uomo benestante, viene internata in un ospedale psichiatrico tramite abuso della legge del 1904.
Tanina trascorrerà più di vent’anni in quella struttura prima che la legge Legge Basaglia (1978) renda possibile il suo ritorno alla vita “normale”. Attraverso la vicenda di Tanina, l’autore esplora temi quali la dignità della persona, la stigmatizzazione della malattia mentale, la dimensione sociale e relazionale della cura.
Il libro mette in scena anche scene e personaggi del mondo medico-ospedaliero — corsie, malati complessi, interazioni medico-paziente — ma non solo come contesto tecnico, piuttosto come ambiente in cui la malattia diventa occasione di incontro con l’umanità, con valori come la solidarietà, l’amore, la cura. La malattia non è presentata solo come uno “scacco” o incidente della vita, ma anche come momento che può far emergere il valore della relazione, della compassione, del prendersi cura.
Lo stile è descritto come semplice, diretto, senza fronzoli retorici, per rendere accessibile al lettore la complessità emotiva delle storie. L’autore alterna la dimensione autobiografica (il suo percorso, la passione iniziale per la psichiatria, poi la medicina interna) con il racconto delle vite altrui, portando avanti un filo comune: amare nonostante tutto — cioè continuare ad “essere presenza”, affermare la relazione umana anche in condizioni difficili.









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