Legnano chiede garanzie sul Polo Baraggia. Le opposizioni: “Inutili e strumentali”
L'ordine del giorno di maggioranza e gruppo misto sulla riqualificazione ambientale al Polo Baraggia è stato approvato con voto contrario del centrodestra. Astensione dal Movimento dei Cittadini
Il consiglio comunale di Legnano si spacca sul futuro del polo Baraggia, l’area a cavallo tra Cerro Maggiore e Rescaldina al centro di tante battaglie contro l’allora discarica negli anno ’90. Al centro del dibattito da mesi a Cerro Maggiore e Rescaldina, il progetto per la riqualificazione ambientale dell’area a cavallo tra i due comuni martedì 18 novembre è approdato anche nell’aula consiliare di Palazzo Malinverni attraverso un ordine del giorno presentato da maggioranza e gruppo misto, dopo che nei mesi scorsi il Comitato No Discarica aveva protocollato anche a Legnano una proposta di mozione per «chiedere un’azione decisa a tutela della salute pubblica e dell’ambiente».
La maggioranza: “Intervento con conseguenze sovracomunali”
«Si tratta di un intervento che non ha conseguenze solo sul territorio dei comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina, ma sulla più ampia area dei comuni confinanti, ad esempio per le possibili ricadute sul traffico, per i contaminanti, per i rumori – ha sottolineato durante la seduta consiliare Antonio Sassi, capogruppo di riLegnano -. Proprio l’approfondimento del carattere sovralocale è al centro del documento e degli impegni che chiediamo come indirizzo istituzionale, e non semplicemente come nota all’azione amministrativa e all’azione tecnica, al sindaco e alla giunta nei confronti dei due comuni competenti. In questo senso abbiamo anche evidenziato come dai rilievi della magistratura, della Direzione Investigativa Antimafia, delle commissioni antimafia e delle associazioni di categoria, il settore della movimentazione della terra, che include l’estrazione, la fornitura e il trasporto di terre e materiali inerti, è considerato particolarmente a rischio di infiltrazione mafiosa per il traffico illecito di inerti e la gestione dei rifiuti. Gli impegni che chiediamo a sindaco e giunta riguardano proprio il presidio e il controllo delle possibili conseguenze dell’intervento sul territorio sovracomunale, sia di tipo strettamente ambientale, ecologico e viabilistico che di rispetto della viabilità».
Le richieste dell’ordine del giorno
L’ordine del giorno, approvato con i soli voti dei proponenti, impegna sindaco e giunta a chiedere ai comuni di Cerro Maggiore e Rescaldina «uno studio di compatibilità ecologico-ambientale del progetto all’interno del più ampio contesto sovracomunale», «uno studio idrogeologico approfondito che indaghi in modo capillare l’andamento e la direzione di flusso delle falde acquifere con particolare attenzione alle interconnessioni tra le falde superficiali e le falde profonde destinate all’uso potabile nei comuni limitrofi» e un approfondimento sugli «impatti viabilistici del progetto tramite uno specifico studio dedicato, con riguardo soprattutto all’impatto sulla circolazione urbana e del tessuto dell’abitato di tutti i comuni confinanti con il polo Baraggia».
Tra gli obiettivi del documento portato in consiglio da maggioranza e gruppo misto anche «l’istituzione di un tavolo di concertazione con Città metropolitana e i comuni contermini» e «controlli mirati sulle aziende coinvolte nelle attività, a contrasto di possibili infiltrazioni mafiose, promuovendo con le amministrazioni protocolli d’intesa con coinvolgimento di Prefetture, Forze dell’Ordine, enti competenti e associazioni». L’ordine del giorno, inoltre, impegna l’amministrazione comunale a chiedere al comune di Cerro Maggiore l’adesione ai fondi di perequazione metropolitana con destinazione di una quota degli introiti «per gli impatti negativi che tale operazione comporterebbe al territorio di area vasta» e la creazione di «una sezione del sito comunale, facilmente accessibile e visitabile, ove informare i cittadini sugli effettivi contenuti del progetto, sulle procedure ad oggi attivate e sui successivi passaggi previsti».
A Palazzo Dell’Acqua, infine, il documento chiede di «rendere pubblici i report dell’attività di riempimento del sito, l’elenco dei soggetti conferitori e dei volumi conferiti», il monitoraggio dei materiali conferiti e la predisposizione di analisi periodiche per verificare il rispetto dei parametri normativi.
Le opposizioni: “Atto amministrativamente inutile e politicamente strumentale”
Voto contrario dai banchi del centrodestra, che ha parlato di «ordine del giorno imbarazzante» e di «atto amministrativamente inutile e politicamente strumentale». «Il comune di Legnano si è seduto in conferenza dei servizi e ha dato parere favorevole al progetto – ha sottolineato Francesco Toia della Lista Toia -: la rilevanza sovracomunale e le ricadute sul traffico sono state oggetto della conferenza dei servizi. Si parla di sondaggi epidemiologici, quando l’amministrazione ha fatto un revamping di un inceneritore senza sondaggi: un inceneritore che brucia centinaia di tonnellate all’anno a pochi chilometri di distanza è assolutamente più dannoso che avere degli inerti di categoria B nel sottosuolo, è una contraddizione enorme. L’impatto viabilistico non è un tema che tocca Legnano: bisognerebbe chiedere a Rescaldina di discutere questo punto della convenzione. Per accettare gli oneri di perequazione della Città metropolitana, bisogna accettare gli inerti della colonna B: l’amministrazione è favorevole o no? È un’altra affermazione illogica di questo ordine del giorno».
«Questi aspetti andavano discussi e risolti in conferenza dei servizi e non portati in consiglio comunale, è come se Legnano si volesse occupare della politica di Cerro Maggiore – ha aggiunto la consigliera della Lega Daniela Laffusa -. L’ordine del giorno chiede al comune di Cerro Maggiore uno studio di compatibilità ecologico-ambientale del progetto presentato e uno studio idrogeologico approfondito, senza rendersi conto che nella relazione allegata al progetto esecutivo, a disposizione della conferenza dei servizi e quindi del comune di Legnano, c’erano già. Si chiede l’istituzione di un tavolo di concertazione con Città metropolitana e i comuni contermini: la legge prevede un percorso ben più corposo e corretto, ovvero la conferenza dei servizi, dove i tempi sono definiti puntualmente e gli atti ben regolamentati ed è garanzia per tutti, al contrario di un tavolo non meglio precisato senza alcun valore legale. Si chiede al comune di Cerro Maggiore di aderire ai fondi di perequazione di Città metropolitana perché per l’amministrazione tutto quanto si reduce al vil denaro».
«La conferenza dei servizi è stata regolarmente convocata, hanno partecipato tutti i soggetti competenti – ha rincarato la dose Stefano Carvelli, consigliere di Fratelli d’Italia -: per legge è questa conferenza il vero tavolo di concertazione intercomunale, non ne servono altri, soprattutto quando tutta la documentazione che si richiede è stata già prodotta in seno a questi lavori. Tutte le valutazioni ambientali, paesaggistiche ed idrogeologiche sono già state effettuate con pareri depositati in ARPA, ATS, Sovrintendenza e PLIS dei Mughetti. Lo studio del traffico è stato già fatto, addirittura accogliendo le prescrizioni del comune di Legnano. Che senso ha oggi chiedere di approvare un ordine del giorno che chiede quel che è già stato fatto? Questo testo non aggiunge nulla sul piano tecnico-amministrativo, è costruito in funzione di un unico punto non ancora esaurito, quello delle compensazioni ambientali, un termine che sembra neutro dietro il quale si nasconde una richiesta di interventi compensativi o di pagamento a favore del Comune di Legnano e questo non ha nulla a che vedere con la tutela dell’ambiente».
«Discutere oggi di questi aspetti è una presa in giro, dovevano essere risolti in conferenza dei servizi – ha concluso il capogruppo di Forza Italia Letterio Munafò -. I tecnici del comune che hanno partecipato alla conferenza dei servizi hanno dato parere positivo con piccole riserve che hanno già ricevuto risposta. Questo ordine del giro avrebbe potuto essere evitato risolvendo nelle sedi opportune, quale sicuramente non è il consiglio comunale di Legnano. Se il comune voleva approfittarne per barattare dei compensi, mi dispiace molto».






Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.