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Piazza pulita bis verso la chiusura del dibattimento. In aula l’ex dirigente per lo sviluppo organizzativo Peruzzi

Al centro dell'udienza l'avvicendamento tra Enrico Peruzzi ed Enrico Barbarese nel ruolo di dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni

giustizia generica tribunale busto arsizio

L’avvicendamento tra Enrico Peruzzi ed Enrico Barbarese nel ruolo di dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni a fine 2018 ancora al centro del secondo filone processuale scaturito dall’inchiesta “Piazza Pulita”, che a maggio 2019 aveva travolto la giunta a trazione leghista di Legnano. Mentre si va verso la chiusura della fase dibattimentale del processo che coinvolge i due ex dipendenti comunali, l’ex direttore generale di Amga Paolo Pagani, l’ex direttore di Euro.PA Mirko Di Matteo e e l’ex presidente di Amga Catry Ostinelli, a raccontare la sua verità davanti al Tribunale di Busto Arsizio è stato proprio Enrico Peruzzi, chiamato a ripercorrere le fasi salienti degli ultimi mesi del 2018.

Incalzato dalle domande della difesa prima e del pubblico ministero poi, Peruzzi ha spiegato prima di tutto come era arrivato ormai sette anni fa a Palazzo Malinverni, dal primo colloquio esplorativo quando ancora la procedura di selezione non era stata aperta («Sindaco e vicesindaco mi chiesero delle mie esperienze e cercarono di capire le mie motivazioni per comprendere il potenziale») agli obiettivi che gli erano stati indicati («C’era bisogno di ricostruire il tessuto e dare una svecchiata alla struttura amministrativa»), fino alle prime mansioni a cui si era dedicato una volta assunto l’incarico: le partecipate, il progetto per la nuova biblioteca al parco Falcone e Borsellino, la riorganizzazione del personale.

Poi la chiamata dal Maggio Musicale Fiorentino poco più di un mese dopo essere arrivato a Legnano, la scelta di tornare in Toscana e la richiesta della giunta di rimanere ancora qualche settimane per provare a far andare in porto le prime attività avviate, mentre la giunta cercava un sostituto. È proprio Peruzzi a fare il nome di Barbarese, e da lì un percorso analogo a quello che solo pochi mesi prima aveva portato lui a Legnano, da chiudere in tempi stretti. «Il bilancio comunale – ha spiegato Peruzzi – è fatto in modo tale che l’impegno di spesa per il mio contratto sarebbe stato valido per chi fosse subentrato entro l’esercizio, altrimenti sarebbe stato necessario aspettare l’approvazione del bilancio previsionale e l’amministrazione avrebbe perso sei mesi. La decisione di andare avanti con la procedura è stata presa dall’amministrazione».

Proprio sui tempi della procedura e sui contatti telefonici con Barbarese di quel periodo si è poi concentrato il controesame del sostituto procuratore Nadia Calcaterra. Contatti finalizzati a «capire se Barbarese sarebbe stato in grado di sottoscrivere il contratto entro fine anno», anche perché «a gomitate per quel posto non si faceva e l’amministrazione voleva chiudere entro l’anno». Peruzzi, peraltro, ha poi anche fatto parte della commissione chiamata a valutare i candidati per il posto che fino a poche prima settimane era stato suo: «Fu il vicesindaco Cozzi a chiedermi quella cortesia – ha spiegato l’imputato, parlando di «conflitto di interessi fino ad un certo punto» -: in quella commissione io non ho sostanzialmente proferito parola».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Novembre 2025
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