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Il fenomeno dei maranza a Legnano, l’ex magistrato Moccia: “Non sono delinquenti ma ragazzi che vivono un disagio sociale”

Ambrogio Moccia, oggi assessore alla Legalità a Monza, ha parlato del fenomeno nell'incontro organizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri

(Intervista video a cura di Andrea Mazzarella e Luz Mocchetti). Maranza e baby gang, emergenza educativa, disagio sociale e crisi di valori o fenomeno criminale?
Se ne è parlato in un convegno organizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione di Legnano, presieduta da Antonio Lotito, con Ambrogio Moccia, già magistrato e autore di manuali di diritto penale, oggi assessore alla Legalità a Monza.

Presenti i vertici delle Forze dell’Ordine di Legnano, il sindaco Lorenzo Radice, rappresentanti dell’amministrazione e i referenti del terzo settore: tutti attori attenti nella gestione di un fenomeno a cui è necessario prestare grande attenzione e che va affrontato in rete. In prima fila anche la Polizia Locale, l’Associarma e la Protezione Civile.

Baby Gang

Un fenomeno che tocca da vicino il presente delle nostre città ma che, seppur in forme diverse, è sempre esistito «Basta considerare anche la letteratura in materia di disagio giovanile e di bande di ragazzi che si fronteggiano – spiega Moccia –, come raccontato nel libro La guerra dei bottoni, scritto nel 1912, per scoprire che il fenomeno ha radici antiche e che probabilmente è un’attualità destinata a ripetersi».

Maranza e baby gang

Oggi ci sono i maranza, con la loro “estetica” che li etichetta: giovani che appartengono a gruppi che condividono e ostentano particolari gusti musicali (la trap), capi d’abbigliamento e accessori appariscenti, griffati e spesso contraffatti, e linguaggi volgari. Possono compiere furti o rapine, ma non lo fanno per una questione di soldi: lo scopo è mostrarsi dominanti sul territorio nei confronti dei propri coetanei. «I maranza sono ragazzi che vivono il loro disagio e lo dimostrano assumendo atteggiamenti e comportamenti sguaiati e aggressivi, ma non sono delinquenti – riassume Moccia dal suo osservatorio –. Le baby gang rappresentano un fenomeno molto più serio in termini di gravità: sono gruppi di malavitosi che compiono sistematicamente reati. C’è comunque il rischio che i comportamenti “smargiassi” dei maranza degenerino in atti criminali: bisogna prevenire questa deriva studiando, arginando e dialogando con il fenomeno».

Un fenomeno che non esula dalla realtà della provincia di Milano: «Conosco questa zona indirettamente, attraverso gli organi di informazione, ma posso ipotizzare che ci possa essere una ricaduta a pioggia di quanto già accaduto a Milano negli anni scorsi. Lo stesso succede in città medie come Monza, e ritengo che qualcosa di simile possa accadere – se non è già in atto – anche in cittadine come Legnano».

Il fenomeno a Legnano

La città di Legnano sta affrontando la questione come comunità, con un modello di sicurezza integrata, come l’ha definita il sindaco Radice. Da una parte attraverso l’azione delle Forze dell’Ordine, dall’altra con la prevenzione e l’ascolto, grazie a presidi sociali come quello messo in campo dalla cooperativa sociale Albatros: «A Legnano – spiega Elisa Casoli – abbiamo osservato alcuni segnali, fenomeni che possiamo ricondurre a dinamiche simili a quelle dei cosiddetti maranza: gruppi di ragazzi che attraversano un periodo di fragilità, spesso in contrasto con i genitori e in cerca di affermazione all’interno del gruppo. Non parliamo quindi di baby gang. Da aprile siamo presenti ogni mercoledì con un presidio al parco Falcone e Borsellino: un’attività che unisce il controllo del territorio a una parte educativa. Il nostro obiettivo non è solo intervenire, ma incontrare questi ragazzi, ascoltarli e parlarne. Vogliamo lavorare sul parco e sui luoghi che mostrano qualche criticità, per portare il bello nei contesti. La nostra forza è la rete, la condivisione di una strategia comune che punti alla coesione sociale».

Un approccio utile anche per la Polizia Locale: «Grazie al lavoro di associazioni come Albatros, anche noi riusciamo a conoscere meglio il fenomeno – sottolinea il comandante Daniele Ruggeri –. A Legnano rapine e furti da parte di giovani sono episodi sporadici e non strutturati. Osserviamo scontri tra gruppi locali e ragazzi che vengono da fuori città. Il lavoro di rete è molto importante».

Redazione
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Pubblicato il 15 Ottobre 2025
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