Ancora nessuna traccia di Marino Rabolini, l’ex dirigente del Comune di Legnano disperso in Val Sessera
Oggi, giovedì 17 luglio, le ricerche si stanno concentrando sul versante che da verso la Valle Cervo: queste zone sono sorvolate dagli elicotteri e dai droni

Sono ormai trascorsi cinque giorni dalla scomparsa di Marino Rabolini, l’uomo di 71 anni residente a Legnano disperso da sabato 12 luglio nei boschi della Val Sessera, in provincia di Biella. Le ricerche iniziate la sera di martedì 15 luglio proseguono senza sosta, ma al momento non ci sono esiti. Rabolini, ex dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Legnano, era noto non solo nella sua città ma anche tra gli escursionisti della zona, per la sua collaborazione con il CAI locale nella tracciatura dei sentieri. A dare l’allarme sono stati alcuni conoscenti, preoccupati per l’assenza di notizie da parte dell’uomo che viveva da solo. Oggi, giovedì 17 luglio, le ricerche si stanno concentrando sul versante che da verso la Valle Cervo: queste zone sono sorvolate dagli elicotteri e dai droni.
Le ricerche
Così martedì 15 luglio, intorno alle 19.30 si è attivata la macchina dei soccorsi: le prime ricerche si sono concentrate nella zona di Bocchetto Sessera, dove è stata ritrovata la sua auto parcheggiata, confermando il punto di partenza dell’escursione. Secondo le prime ricostruzioni, Rabolini si sarebbe incamminato da solo con l’intenzione di raggiungere la Punta del Cravile, una meta conosciuta e frequentata dagli appassionati di montagna. Il coordinamento delle operazioni è affidato al Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, che ha mobilitato personale specializzato e due droni per la perlustrazione aerea. Alle ricerche partecipano anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco e il Servizio Regionale di Elisoccorso di Azienda Zero Piemonte. Già nella serata del 15 luglio, un elicottero dei Vigili del Fuoco ha trasportato in quota i primi tecnici, che hanno iniziato a battere la montagna. Con il supporto della la Guardia di Fiananza che ha analizzato le celle telefoniche agganciate dal cellulare dell’escursionista è stata ristretta la zona di intervento sul versante che dà sulla valle Cervo. Nonostante gli sforzi, finora non sono stati ritrovati indizi decisivi. Le ricerche proseguiranno anche nelle prossime ore.
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