Quantcast

Sindacalista Mario Principe: «Il 25 aprile un simbolo di pace e resistenza»

Per il segretario della Cgil Ticino Olona il 25 aprile è oggi più che mai il simbolo dei valori di libertà, democrazia e giustizia sociale

Il 25 aprile a Legnano

Il 25 aprile per Mario Principe segretario della Cgil Ticino Olona rappresenta non solo la celebrazione della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo ma anche un simbolo di pace e resistenza. Un concetto d’attualità visto che ancora oggi la guerra continua a essere uno strumento di gestione delle relazioni internazionali. Ciò è dimostrato dai conflitti in corso a Gaza-Israele e in Ucraina. Per questo secondo il sindacalisti oggi, più che mai, è essenziale rafforzare l’unità delle forze pacifiste e antifasciste. Il 25 aprile diviene così un simbolo dei valori di libertà, democrazia e giustizia sociale, principi fondamentali della Costituzione italiana, che invita a una società costruita sulla pace piuttosto che sulla vendetta o sulla divisione. Di seguito il discorso integrale.

Oggi festeggiamo la Liberazione dal nazifascismo e la fine di una guerra che per l’Italia ha significato sofferenza, distruzione e morte. La fine della guerra è uno straordinario momento liberatorio, perché nonostante le difficoltà che verranno si è consapevoli che il peggio, probabilmente, è alle spalle. Proprio per questo, fa ancora più male assistere impotenti al continuo dispiegarsi di tante guerre nel mondo, in particolare in questo periodo penso a Gaza-Israele e il conflitto in Ucraina. In un momento dove la guerra è tornato ad essere lo strumento normale di regolazione di regolazione dei rapporti tra gli stati, che sono nel pieno di una ridefinizione complessiva degli equilibri. Che non sta avvenendo con le regole della Democrazia del confronto, della mediazione, ma con l’uso delle armi e della violenza.

Mentre oggi la scelta più forte che si possa praticare è la Democrazia. Da ciò l’urgenza di un rafforzamento dell’unità di tutte le forze di pace del nostro Paese e del dialogo fra tutte le forze antifasciste per abbassare la tensione e ricercare la via del negoziato a cominciare dalle più grandi forze democratiche presenti in Parlamento. Un 25 aprile di memoria dunque! della Liberazione! e di
impegno per la pace! Non solo una celebrazione e un giorno di festa, ma uno stimolo verso tutti per il ritorno della politica come capacità di composizione dei conflitti. Non siamo mai stati equidistanti. Siamo dalla parte degli aggrediti contro gli aggressori. Allora come oggi!

Il 25 aprile 2024 è per la Pace. La Festa della Liberazione, nell’attuale contesto storico che stiamo vivendo assume una particolare connotazione e si tinge dei colori dell’arcobaleno. Questo perché il 25 aprile è la giornata simbolo dei valori della Repubblica democratica, della libertà, della democrazia, dell’antifascismo, del lavoro. E quindi anche della pace, valori tutti sanciti nella nostra Carta costituzionale. Perché L’ inestimabile valore che quei giovani ci consegnarono è proprio la PACE, perché non imbracciarono le armi per la guerra, lo fecero perché su quei principi, riaffermati, si costruisse una società nuova e più giusta, e il 25 aprile le deposero quelle armi, perché non è da vendetta armata, protervia, o divisione violenta, che nasce una società pacificata. Per questo “L’Italia ripudia la guerra” è scritta nella nostra Costituzione ed è questo l’articolo che quest’anno vogliamo tenere bene a mente nelle nostre celebrazioni. Quando celebriamo la Liberazione, noi cerchiamo con gli occhi e con il pensiero, tra le nostre file i giovani uomini e donne che saranno il popolo democratico di domani, custodi di questo sconfinato lascito morale che altri giovani ci concessero quasi ottanta anni fa. Ogni lascito richiede per la sua conservazione tenace perseveranza; non dobbiamo stancarci di raccontare ai giovani il sacrificio di quei giovani, il sacrificio più grande, quello della vita, di raccontarlo come merita secondo i suoi più profondi significati.

Il 25 aprile del ’45, il paese era alla ricerca di una nuova identità nazionale. Fondata sui principi della solidarietà e della partecipazione. Mentre oggi, osserviamo un aggravamento delle disuguaglianze e l’arretramento della giustizia sociale; Negli anni bui del nazifascismo le Istituzioni non esistevano praticamente più, l’unica legittimazione era quella militare; i soldati, quelli più consapevoli si unirono alla Lotta di liberazione, gli altri sbandarono, molti di essi, inermi furono deportati e trovarono la morte nei lager nazisti o nelle fabbriche tedesche. I giovani combattenti per la Liberazione, infatti ebbero valori e ideali chiarissimi, la questione ora non era più la Liberazione in sé, era soprattutto quale comunità nazionale, quale democrazia, quale identità politica per un popolo, per il futuro del nostro paese e delle generazioni successive. Su quei principi è stata costruita la nostra Costituzione repubblicana e posta la libertà individuale come principio fondamentale della comunità nazionale. Valori messi in discussione da questa compagine di Governo fino a disconoscere il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” Valori Violati con il gesto vergognoso e ignobile di questa notte che ha visto la sede di Legnano dell’Anpi. imbrattata Chi attacca l’Anpi offende la memoria di chi ha pagato anche con la propria vita o quella dei propri figli per liberare il nostro paese dalla dittatura nazifascista, In questa terra non c’ e non ci sarà spazio per i nemici dei
valori democratici e antifascisti della Costituzione. Dobbiamo essere consapevoli che per fare futuro occorre fare memoria e noi non ci allontaneremo MAI da nostri valori di uguaglianza, solidarietà, libertà e inclusione. Non c’è democrazia senza libertà, non è libera una società afflitta dalle disuguaglianze.

Ma non esiste libertà senza Liberazione da una dittatura feroce. La parola principe nella nostra Costituzione, soprattutto nei primi 50 articoli, è libertà: di pensiero, di associazione, di voto, di aderire a un sindacato. Ma quella libertà è conseguenza della Liberazione raggiunta grazie a chi è morto per liberarci dalla dittatura. Questo concetto lo si vuole rimuovere dicendo che il 25 Aprile è di tutti e non di una parte: certo è di tutti, ma riconoscendo i valori dell’antifascismo su cui si fonda la nostra democrazia. Democrazia Che in questa fase soffre le ingiurie del populismo e dell’individualismo. Sentimenti radicali, che propongono una società libera da ogni forma di mediazione degli interessi e dei conflitti e una visione dei corpi intermedi come sovrastrutture elitarie, come soprusi ai diritti del popolo, sentimenti che tradiscono quel lascito. Sentimenti che portano al disfacimento delle relazioni sociali, che inducono a individuare nell’altro come te l’origine dei tuoi problemi, magari perché è nato in un altro continente e ha la pelle di un colore diverso, o perché è più anziano e fa fatica, o perché è malato; non è alla fragilità del singolo che puoi consegnare la sorte della democrazia, bensì all’equilibrio e alla ripartizione dei poteri che ne costituiscono garanzia di stabilità e di continuità. Offriamo il 25 aprile ai giovani essendo noi detentori della responsabilità della memoria; i luoghi in cui essa è simbolicamente rappresentata. Spieghiamo ai giovani che il 25 Aprile Rappresenta il fondamento del nostro essere popolo, che senza la Resistenza non saremmo stati un paese libero. C’è una parte del paese che considera la memoria un arnese buono per i vecchi, come se ci potessimo permettere un eterno presente, come se la storia non fosse l’insegnante dell’essere umano.

Invece ogni anno questa giornata giunge alle nostre coscienze come un ammonimento: l’oblio della barbarie della guerra e della sopraffazione dell’uomo sull’uomo, del genocidio, è esso stesso una barbarie. Custodiamo i luoghi della memoria! Serve a comprendere il coraggio di quella scelta di militanza, il profilo della consapevolezza politica, l’enormità del sacrificio tale da apparire inconcepibile secondo il metro di oggi. Tuttavia, quello è e rimane il nostro metro di giudizio. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra.

Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.  Buona Festa della Liberazione, viva il 25 Aprile viva la resistenza viva la libertà

Mario Principe 
Segretario Cgil Ticino Olona

di
Pubblicato il 23 Aprile 2024
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore