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DIA: nel 2022 contate 25 locali di ‘ndrangheta in Lombardia, presenti anche a Legnano e Rho

Secondo il complesso bilancio pubblicato di recente dalla Dia, Legnano risulta tra le città della provincia di Milano attenzionata da queste realtà malavitose per lo più legate ai calabresi

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Le organizzazioni mafiose sono meno violente e più silenziose così da non destare attenzione e potersi infiltrare nel tessuto economico attuando anche pratiche corruttive. Nel contempo sono più multietniche a seconda delle attività criminali da svolgere in un territorio attrattivo come quello Lombardo dove risulterebbero operativi 25 locali di ‘ndrangheta. E Legnano risulta tra le città della provincia di Milano attenzionata da queste realtà malavitose per lo più legate ai calabresi. È quanto emerso dalla relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel secondo semestre 2022. Un documento pubblicato oggi, giovedì 14 settembre, utile per delineare un profilo alla malavita organizzata diffusa in anche in tutta la Lombardia.

Nelle province del distretto di Corte d’Appello di Milano e Brescia, la presenza di compagini riconducibili alla criminalità organizzata calabrese, è stata confermata da numerose operazioni registrate dal 2005 sino al 31 dicembre 2022. «La consistenza di molti gruppi è stata indebolita o annullata dall’azione di contrasto, ma – come si legge nella relazione – il particolare dinamismo li rende particolarmente sfuggenti agli incessanti tentativi di ridimensionamento sul piano operativo. Ciò a causa delle continue fasi di rigenerazione e rinnovamento strutturale, non sempre desumibili dalle evidenze investigative/giudiziarie, dell’innesto di nuovi sodali ovvero dall’interazione con altri gruppi, anche di differente matrice o provenienza geografica». In particolare ci sono 25 locali presenti nella Regione in collegamento con la casa madre reggina tra queste ci sono le locali di Milano, Bollate, Bresso, Cormano, Corsico-Buccinasco, Pioltello, Rho, Solaro e per l’appunto Legnano.

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Le mafie dal colletto bianco

Secondo la Dia le mafie preferiscono rivolgere le proprie attenzioni sempre più ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando della disponibilità di ingenti capitali accumulati con le tradizionali attività illecite. Si tratta di “modi operandi” dove si cerca sia di rafforzare i vincoli associativi mediante il perseguimento del profitto e la ricerca del consenso approfittando della forte sofferenza economica che caratterizza alcune aree, sia di stare al passo con le più avanzate strategie di investimento, riuscendo a cogliere anche le opportunità offerte dai fondi pubblici nazionali e comunitari (Recovery Fund e PNRR). Dall’analisi poi emerge una caratteristica della criminalità organizzata: «la resilienza, oltre che la capacità di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale, sfruttando ogni opportunità di profitto e realizzando una notevole espansione speculativa. Non da ultimo grazie agli strumenti tecnologici connessi al metaverso, alle piattaforme di comunicazioni criptate e in generale al web (sia la rete internet che il dark web) e ad altri settori del mondo digitale meno conosciuti».

I gruppi criminali albanesi

Le organizzazioni albanesi da tempo si sono integrate con la delinquenza locale, diventando, non solo in Italia, una delle più complesse e articolate espressioni nello scenario della criminalità, quali partners e fornitori di servizi criminali per altri gruppi, forti di una reputazione di notevole affidabilità, soprattutto per il narcotraffico. L’ingente disponibilità di denaro, inoltre, permette alle mafie albanesi di poter disporre di sofisticate attrezzature tecnologiche ed informatiche per eludere il contrasto da parte delle Autorità di polizia e giudiziarie, rendendo sempre difficoltoso ed impegnativo lo sforzo investigativo.

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Settembre 2023
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