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Più di 150 lavoratori in corteo a Legnano per difendere salari e lavoro

Sindacati e lavoratori chiedono al governo nuove politiche industriali, la gestione delle crisi in corso del settore metalmeccanico e politiche salariali

Oltre 150 lavoratori del settore metalmeccanico dell’Alto Milanese nel pomeriggio di oggi, venerdì 7 luglio, sono scesi in strada in corteo a Legnano per chiedere al governo nuove politiche industriali, oltre che una celere risoluzione dei 70 tavoli di crisi in corso a Mise e politiche salariali efficaci rispetto all’attuale congiuntura economica. «Diciamo no a politiche miopi: difendiamo i nostri diritti e il lavoro».

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Lavoratori metalmeccanici e sindacati in corteo a Legnano 4 di 25

La manifestazione firmata dalle tre sigle sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uil  ha visto una folta partecipazione di operai provenienti da tutte le aziende del territorio. Il punto di ritrovo è stato alle 13 davanti ai cancelli della ex Franco Tosi in piazza Monumento. Alle 14 lavoratori e sindacati si sono messi in strada con striscioni e fischietti convinti della necessità di «azioni concrete per garantire il lavoro e non fare scappare le aziende». Tutti loro hanno raggiunto la sede di Confindustria in via XX Settembre. Li hanno realizzato un presidio durato sino alle 16. Mentre un delegazione sindacale, alla quale ha partecipato anche il segretario generale della CGIL Ticino Olona con Antonio Del Duca della Fiom ha incontrato i vertici di Confindustria. Un confronto ritenuto costruttivo da entrambe le parti visto che ci sono alcuni nodi in comune: «La mancanza di una politica industriale non è solo un problema accusato dai lavoratori – ha spiegato Del Duca -, ma anche dalle stesse aziende. E Confindustria ne è consapevole. Così come il divario tra scuola e mondo del lavoro. Alcuni temi sono comuni. Di certo noi continueremo sulla nostra strada chiedendo al Governo di farci sedere ai tavoli di trattativa: chiediamo di essere ascoltati anche in previsione della realizzazione della piattaforma dei contratti che entrerà in vigore l’anno prossimo». Anche Principe, al termine dell’incontro, ha ribandito: «Non ci fermeremo qui. È necessario rilanciare l’industria, creare nuova occupazione, creare un lavoro più giusto è più equo, soprattutto al tempo delle transizioni che non vanno subite, ma vanno governate, perché diventino vere e proprie opportunità».

Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil chiedono

– l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo;

– l’incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l’occupazione;

– di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro;

– l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico;

– la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale;

– l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile;

– un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario;

– di intervenire per aumentare la dimensione d’impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Luglio 2023
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