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Paolo Alli, l’Europa e un consiglio alla premier Meloni: “Via subito dai conservatori europei ben poco europeisti”

Il messaggio in un intervento sul quotidiano Domani in cui il politico legnanese analizza tanti fronti sui quali dovrà impegnarsi Giorgia Meloni insieme al suo governo

paolo alli

Come se la caveranno Giorgia Meloni e il suo governo con la guerra in Ucraina, nei rapporti con la Cina, l’India, con l’Europa e i paesi del Mediterraneo? Paolo Ali, membro del consiglio della Fondazione Alcide De Gasperi,  ex presidente della Assemblea parlamentare Nato, non resident senior fellow presso l’Atlantic Council di Washington e presidente di Alternativa popolare, ma soprattutto politico legnanese, ha analizzato questi aspetti in un dettagliato pensiero pubblicato in questi giorni sulla rubrica Scenari del quotidiano Domani.

Ci soffermiamo soprattutto sul dossier Mediterraneo e sugli impegni europei.
“Il fronte sul quale il nuovo governo dovrà impegnarsi maggiormente è quello dell’attenzione al versante sud – commenta Alli -. L’italia deve rafforzare il proprio ruolo di elemento equilibriatore a partire dai tradizionali buoni rapporti con i principali paesi della sponda sud del Mediterraneo, pur consapevole della ancor difficile situazione che caratterizza i rapporti con l’Egitto a causa del caso Regeni. Il nuovo governo dovrà spingere l’Unione europea a implementare un piano Marshall per l’Africa… Su tutti questi fronti sono certo che Meloni sarà in condizioni di poter imporre anche al suoi partner piu’ recalcitranti posizioni chiare e in linea con la nostra profonda e storica vocazione atlantistica”, la conclusione di Alli su questo tema.

Sul fronte europeo, Alli è subito scettico sull’apporto di Lega e Forza Italia:”Non aiuteranno Meloni né un Salvini destinato a ripiombare nella fase populista nell’affannoso quanto inutile tentativo di recuperare consensi, né un Berlusconi che, insieme alla lucidità che ne ha fatto per due decenni un leader indiscusso, ha purtroppo perso anche la parte migliore della propria classe dirigente”, così i suoi timori.

Ma riprende Alli, “c’e’ un’altra considerazione sempre sul fronte europeo. Mario Draghi, complici le debolezze degli altri leader (in primmis Macron e Scholz) aveva avviato un percorso che avrebbe potuto consentire all’italia di prendere il posto del Regno Uníto dopo la Brexit, ricostituendo così’ l’asse Roma-Berlino-Parigi che, grazie  all’opera di De Gasperi, Adenauer e Schuman, aveva dato origine al progetto stesso dell’Unione europea. Giorgia Meloni non dovrà permettere che questo percorso si interrompa, anzi deve cercare di portarlo a termine. Se fallirà in Europa, finirà presto anche il suo ruolo guida in Italia, visto che ormai le leadership si bruciano in tempi
sempre più brevi”.

Sarà proprio l’Europa, dunque, la principale sfida geopolitica per Italia– conclude Alli – . Per affrontarla adeguatamente Giorgia Meloni dovrà mantenere molto alto il profilo del proprio governo, ma, se posso dare un consiglio non richiesto, le gioverebbe anche una lettera di dimissioni dal proprio ruolo di presidente del conservatori europeo, gruppo che non si distingue certo per europeismo”.

Redazione
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Pubblicato il 22 Ottobre 2022
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