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Ciapparelli, cavaliere del Carroccio: “Il Palio di Legnano non deve avere preclusioni verso Bircolotti mossiere”

A confronto con il responsabile della organizzazione del nostro Palio. Dopo due anni di restrizioni, non era assolutamente semplice tornare alla normalità. Quanto accaduto a Siena è stata una conferma. Legnano invece ce l'ha fatta. Quale il segreto?

riccardo ciapparelli

Sembra facile. Tornare a fare un Palio “vero”, dopo due anni di restrizioni per la pandemia, sembra facile… ma non lo è. Quanto accaduto a Siena sabato scorso ne è un esempio. Un merito in più, quindi, per Legnano che sarà un “paliotto”, eppure il suo ritorno alla normalità ha fatto registrare un successo riconosciuto in maniera generale.

Quale il segreto di Legnano?: «Non voglio fare paragoni, perchè non è giusto – così oggi Riccardo Ciapparelli, cavaliere del Carroccio e quindi responsabile della organizzazione a Legnano – . Conosco bene quello che abbiamo fatto noi e mi basta per tracciare un bilancio positivo. Sappiamo però anche dove dobbiamo intervenire per migliorarci e qui ci giochiamo il futuro dei prossimi anni. Nel nostro risultato, c’è stato un insieme di passione, di attenzione, di scrupolosità e, perchè no, un po’ di fortuna».

Ciapparelli, nominato cavaliere l’anno scorso, a breve dovrebbe ricevere il nuovo incarico, allineando il periodo di carica a quello dei componenti del CdA della Fondazione Palio, a carattere biennale: «Non stiamo ancora pensando al 2023, perchè dobbiamo ancora compiere alcuni atti amministrativi relativi al Palio di quest’anno. Dopo la metà di luglio, è prevista una riunione della Fondazione e quindi un incontro del Comitato di indirizzo per il bilancio conclusivo. Da lì partirà il progetto del prossimo Palio».

E di cose da fare ce ne saranno parecchie: «Eccome. Dal Campo del Palio, che ogni anno mostra segnali di vecchiaia per cui bisogna intervenire in maniera sempre più efficace, alla logistica dei materiali, per arrivare a progetti come la pista al castello. Impegni notevoli che richiedono un lavoro continuo e costante».

Qualche dettaglio: «Il mio pensiero personale – spiega Ciapparelli – sulla pista al castello è indirizzato a creare un impianto almeno inizialmente orientato solo alle corse di addestramento. Un struttura, quindi, più “leggera”,  meno impattante e snella. Niente quindi di definitivo, al momento, per il Palio.  Allo stadio, necessario lavorare sulla scenografia e soprattutto sulla parte destinata all’arco d’ingresso e alle due torri, con la possibilità di utilizzarli in maniera più moderna e utile. Quella accanto alla mossa, adesso, lasciamola così. Importante, il progetto per depositare tutti i materiali, dallo steccato alla sabbia, dal Carroccio alle bandiere affisse in città in un unico posto. Il capannone nell’ex magazzino della caserma Cadorna vicino all’ingresso dell’autostrada è una soluzione ideale».

L’ultimo Palio a Siena ha lasciato un giudizio negativo sul mossiere Renato Bircolotti. Potrà influenzare una decisione in merito a Legnano?: «Incominciamo a sottolineare come, una volta tanto – risponde così Ciapparelli – , è stata Siena a riprendere qualcosa da noi, proponendo la stessa coppia che da due anni gestisce la nostra mossa. Ossia, Renato Bircolotti mossiere e Fabio Magni vice mossiere. Non è un fatto da poco. Poi, noi dobbiamo agire in funzione di quello che accade a Legnano, senza preoccuparci di quanto avviene altrove. E’ già successo in passato che ci siano state situazioni poco positive in altri palii, ma non ci hanno influenzato. Quindi, perchè dovrebbe succedere adesso? Sul mossiere peserà il giudizio dei capitani. Da parte mia, se posso permettermi, Bircolotti non dovrebbe subire alcuna preclusione».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 05 Luglio 2022
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