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Profughi ucraini alla scuola di Babele di Legnano: “Sempre aperti per tutti i migranti”

Decine di donne si sono iscritte in questi ultimi giorni e gli spazi fisici che tendono ad esaurirsi. Qualora dovesse esserci la necessità di accogliere altre persone sarà necessario per la scuola avere a disposizione altri aule

Scuola Babele Legnano

Sono tante le realtà impegnate nell’accoglienza dei profughi ucraini, chi donando generi di prima necessità, chi mettendo a disposizione alloggi e chi aiutandoli ad imparare l’italiano.

La Scuola di Babele di Legnano, è una di queste. Come con tutti migranti fuggiti da guerre e stragi umanitarie in altre parti del mondo, e che hanno trovato rifugio in città, la scuola, che non chiude mai le iscrizioni. ha spalancato le porte anche per questa emergenza.

L’affluenza di persone ucraine iscritte in questi ultimi giorni è «importante»: «Si tratta di qualche decina di donne (ovviamente pochissimi gli uomini), in molti casi mamme, con un’età media piuttosto giovane», riferisce la scuola di Babele ponendo la questione degli spazi fisici che, di conseguenza, «anche tenendo conto delle misure anticovid, tendono ad esaurirsi e ci spingono ad effettuare una turnazione ancora più intensa del solito». Qualora dovesse esserci la necessità di accogliere altre persone ancora, sarà quindi necessario per la scuola, disponibile anche a rimanere aperta oltre maggio, avere a disposizione altre aule. «Fortunatamente – aggiungono i referenti della scuola – i nostri studenti (che siano Ucraini piuttosto che Bengalesi, Pakistani, Salvadoreni o di qualcun’altra delle 46 diverse nazionalità presenti a scuola) con la forte motivazione e la vivace partecipazione che dimostrano nel seguire le lezioni sono il motore che ci permette di andare avanti con sempre maggiore entusiasmo».

Infine una considerazione: «Ovviamente la nostra associazione accoglie senza distinzione di nazionalità chiunque ha dovuto lasciare la propria terra alla ricerca di una vita migliore al di là della causa per cui è migrato che sia essa dipesa da una delle 20 guerre attualmente in corso nel mondo o dalla carestia, dalla persecuzione politica, religiosa o sessuale o da qualunque altra (sempre grave) motivazione. Una delle tante lezioni che questa guerra in Ucraina ci deve insegnare è nelle parole del portavoce dell’Oim per il mediterraneo “Ora che vediamo cos’è un flusso migratorio imponente (3 milioni in tre settimane) – spiega Flavio Di Giacomo con riferimento ai profughi della guerra in Ucraina – ci si può rendere ancora di più conto di come quella degli arrivi via mare non sia affatto un’emergenza numerica, ma umanitaria: oltre 23.500 persone morte nel Mediterraneo dal 2014».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Marzo 2022
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