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Teleriscaldamento nell’occhio del ciclone a Legnano tra caro bollette e certificati neri

Caro bollette e prezzo dei certificati neri per il teleriscaldamento a Legnano si sono tradotti in uno scontro aperto tra il comune e il consigliere Brumana

Teleriscaldamento Amga

È bufera – tanto per cambiare – su Amga, la multiservizi che annovera tra i suoi soci dodici comuni dell’Alto Milanese e vede nella città di Legnano il proprio azionista di maggioranza. A fare da detonatore alla polemica stavolta è il caro bollette, che dopo aver alzato i toni dello scontro la scorsa settimana in consiglio comunale ora riporta alla ribalta un nodo che ormai da anni la partecipata aspetta di sciogliere, ovvero quello legato ai problemi del teleriscaldamento.

Se il costo del gas nelle ultime settimane è infatti letteralmente lievitato per tutti, in un quadro che peraltro i venti di guerra sembrano destinati ad aggravare, per l’impianto sul quale in via per Busto Arsizio hanno scommesso una ventina di anni fa pesa anche un’altra incognita non da poco: quella legata al costo dei cosiddetti certificati neri, le quote di emissione di gas serra che la società deve acquistare per ogni tonnellata di anidride carbonica che l’impianto emette, altra voce di costo che sta aumentando in maniera significativa.

Tanto è bastato a rinfocolare una polemica che tra il buco nell’acqua nella ricerca di un partner commerciale degli anni scorsi e le discussioni intorno alla necessità di un revamping per l’impianto non si era mai veramente spenta, con il consigliere Franco Brumana, capogruppo del Movimento dei Cittadini, che ha affidato ai social un attacco frontale alle scelte strategiche di Amga e del suo amministratore unico Valerio Menaldi.

«Amga si trova in difficoltà finanziarie così gravi da non poter assicurare la prosecuzione del servizio di teleriscaldamento – ha sottolineato Brumana, puntando il dito contro contro il ruolo giocato dalla partecipata nel salvataggio dell’ex Accam e contro la transazione con cui si è chiusa la causa di responsabilità avviata contro la vecchia gestione della società -.  Per questa ragione a fine gennaio ha comunicato al sindaco di Legnano che ha aumentato la tariffa a carico degli utenti. Ha giustificato questa decisione con l’aumento dei costi dei “certificati neri”, cioè dei contributi da pagare per le emissioni di anidride carbonica a causa dell’utilizzo del gas».

«Il comune di Legnano controlla Amga perché detiene la maggioranza assoluta del capitale sociale e quindi ha la responsabilità politica ed istituzionale dei costi addebitati ai suoi cittadini oltre che della decisione di salvare Accam, della quale è stato il principale protagonista – ha aggiunto il consigliere, adombrando possibili problemi di legalità rispetto ai rincari delle tariffe -. Ora sta facendo passare sotto silenzio l’aumento della tariffa, in modo da ridurre al minimo l’impatto di questa notizia. Nel frattempo viene mantenuto in carica l’amministratore di Amga, anche se il suo mandato era terminato alla fine del 2020, per ragioni politiche poco chiare. Ne consegue che la precarietà dell’amministrazione di Amga purtroppo ostacola una visione strategica e a lunga prospettiva di questa società e favorisce decisioni contingenti e slegate da una seria programmazione».

Parole che probabilmente non saranno piaciute ai piani alti della partecipata – dai quali però al momento non è arrivato nessun commento -, e che certamente non sono andate giù a Palazzo Malinverni. «Trovo incredibile – è la replica del sindaco Lorenzo Radice – che si speculi su un problema, quello del costo dell’energia, vissuto da tutta l’Europa sulla pelle di famiglie e imprese per combattere delle personalissime battaglie contro i nemici giurati della propria azione politica, Amga e Neutalia, e criticare, di riflesso, l’operato dell’amministrazione comunale».

teleriscaldamento

La quota parte degli aumenti sulle bollette per gli utenti del teleriscaldamento legata ai certificati neri, infatti, è “solo” del 5%, mentre si parla di rincari tra il 30 e il 40% per l’exploit dei costi delle materie prime. E il segno più legato al prezzo dell’acquisto delle quote di emissione, peraltro, non è stato nascosto. «Questa criticità non è affatto taciuta – aggiunge Radice -: i comuni soci ne sono perfettamente coscienti e Amga sta affrontando un problema, quello dell’efficienza dell’impianto di teleriscaldamento, che è figlio di scelte poco avvedute fatte anni fa dagli amministratori del tempo che hanno prodotto un impianto vincolato al solo uso di gas. All’attuale amministratore unico di Amga Valerio Menaldi, l’assemblea dei soci, nel dicembre 2020, ha rinnovato la fiducia per affrontare importanti partite aperte: oltre a questa dell’impianto di teleriscaldamento, la vicenda Accam e l’operazione gas».

Contro il caro bollette, peraltro, il comune ha le mani legate non potendo intervenire sulle tariffe anche se a fornire il servizio è una sua partecipata pena un possibile intervento della Corte dei Conti, ferme restando le strade legate al bonus gas e all’aiuto dei Servizi sociali in caso di indigenza. «Questo è quanto realisticamente si può fare per far fronte a un’impasse drammatica e di portata sovranazionale che rischia di essere immiserita e banalizzata da uscite nel più schietto populismo; un atteggiamento destinato a raccogliere, nel breve, facili consensi che, altrettanto velocemente, svaniranno. Come sindaco, quindi amministratore pubblico di una città tenuto alla massima concretezza, questo pomeriggio nella manifestazione delle 18 indicherò la riduzione degli orari di funzionamento e delle temperature dei riscaldamenti negli edifici comunali come misura immediata, seppur poco più che simbolica, per combattere l’incidenza del caro bolletta».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Marzo 2022
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