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Mons. Cairati, il decreto Zan e la Chiesa

Il nostro prevosto ha voluto lanciare un appello, dopo l'intervento di Fedez al concerto del Primo Maggio sul decreto Zan contro l'omotransfobia e sulla Chiesa, sottolineando tre aspetti

mons cairati

Non un discorso politico, ma un messaggio ai fedeli presenti oggi in Basilica per la messa festiva. Mons. Angelo Cairati ha voluto essere chiaro ancora prima della celebrazione, l’ha ribadito durante l’omelia e alla fine, dopo la benedizione, ha lasciato libertà assoluta di restare al proprio posto oppure di andarsene. Invito accompagnato inoltre dal gesto di liberarsi dal camice indossato per la messa.

Il nostro prevosto ha voluto lanciare un appello, dopo l’intervento di Fedez al concerto del Primo Maggio sul decreto Zan contro l’omotransfobia e sulla Chiesa, sottolineando tre aspetti.

Il primo riferito alla facilità con cui il mondo giovanile segue i social e gli influencer: «I nostri ragazzi non sono più formati dalla scuola, pur essendoci bravi insegnanti; anche la Chiesa incide poco e la famiglia fa quello che può. Più che essere attenti, dobbiamo essere coscienti, perchè molto di quanto i giovani recepiscono passa dai social e da queste figure che li influenzano».

Il secondo è l’atteggiamento dei vescovi italiani che chiedono dialogo e rispetto delle diverse sensibilità del Paese: «Sui temi etici delicati, la Chiesa non vuole entrare in politica, ed è d’accordo sul rispetto totale nei confronti delle persone omosessuali. Senza se e senza ma. Se, quindi, la proposta di legge avesse a dire di non fare violenza ad altri per qualsiasi ragione, verbale o fisica (sesso, fede religiosa,  condizione sociale, disabilità e quanto altro) tutti noi saremmo d’accordo. Tutti vanno rispettati, ma anche il nostro pensiero deve essere rispettato su questioni come il disaccordo sull’utero in affitto e la convinzione che ogni bambino abbia diritto a un papà e a una mamma. Per questo, i vescovi italiani sono stati chiari nel chiedere di unire le diverse sensibilità, di aprirsi al dialogo, perchè l’obiettivo è comune».

Il terzo aspetto ha coinvolto l’impegno di Papa Francesco nel contrastare i mali della Chiesa: «Fedez ha anche ragione quando parla dei mali della chiesa. Lo aveva già detto Benedetto XVI durante la via Crucis al Colosseo, quando ha accennato alla “spazzatura” nella Chiesa. E’ vero, il nemico l’abbiamo in casa, tuttavia una cosa è attaccare la Chiesa, un’altra è amarla e  sostenere il Papa e molti vescovi nel loro impegno a fare pulizia. In ogni caso, ricordiamoci che la Chiesa vive nelle parrocchie, dove il bene che viene fatto è sotto gli occhi di tutti».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 02 Maggio 2021
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