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Intervista alla dirigente del Dell’Acqua di Legnano: “Dall’emergenza una scuola più connessa e flessibile”

Abbiamo incontrato la dirigente scolastica dell'Istituto tecnico Carlo Dell'Acqua di Legnano, Laura Landonio. "Aumentata la dispersione scolastica ma questi mesi in presenza saranno decisivi", mentre dopo l'emergenza si prospetta una scuola più connessa e flessibile

La sfida dell’emergenza pandemica per la scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita. Per capire a che punto è la situazione negli istituti del territorio abbiamo iniziato un dialogo con i dirigenti scolastici che possa aiutare a capire quali sono le prospettive di uno dei settori più importanti e vitali per il futuro del nostro Paese.

Nel suo ufficio abbiamo incontrato la dirigente scolastica dell’Istituto tecnico Carlo Dell’Acqua di Legnano, Laura Landonio, fin dall’inizio dell’emergenza impegnata con i suoi collaboratori a rendere il più possibile sicura e tecnologica la sua scuola (l’istituto offre corsi a indirizzo economico, ex geometra, liceo artistico, turistico , compresi corsi serali) per affrontare al meglio le diverse fasi di questa pandemia.

Quali sono stati i principali problemi e quali le soluzioni adottate?
È stata una bella impresa far ripartire la scuola, cercando di garantire la presenza di tutti gli studenti. Abbiamo fatto un grande lavoro logistico per far sì che le classi più numerose fossero messe nelle aule più spaziose. Per questo alcuni laboratori sono stati trasformati in aule, sdoppiati in due classi, eliminando tutti gli arredi compresa, in alcuni casi, anche la cattedra sostituita da una sedia con la ribaltina per i professori. Questo ha permesso la presenza del 100% degli studenti nelle aule ad inizio anno scolastico, con orari sfalsati di ingresso e di uscita concordati con l’Istituto Bernocchi. Abbiamo mantenuto le classi “bolla” e adottato protocolli di sicurezza rigidi. Quando la scuola è stata nuovamente chiusa eravamo pronti per la didattica a distanza: abbiamo comunque lasciato in presenza i laboratori del liceo artistico.

Rientro a scuola a Legnano

Il digital divide è un problema? Quali risposte ci sono state dal territorio?
Nell’anno scolastico 2019-20 abbiamo attivato la piattaforma della disiut. Abbiamo adottato la didattica a distanza fin da subito e anche quando la scuola era aperta, l’abbiamo applicata per le classi in quarantena. Tutte le aule sono state dotate delle tecnologie necessarie, come pc, monitor, rete e connessione funzionante. Questi strumenti rimarranno anche dopo l’emergenza. Anche la fibra è stata potenziata da Città Metropolitana da 100MB a 1GB e a breve arriveranno 20 nuovi monitor che andranno a sostituire le lim più datate. Abbiamo ricevuto in donazione 5 Chromebook e un supporto tecnologico per favorire le videoconferenze. La scuola ha inoltre anche attivato un form per aiutare i ragazzi, che ne facevano richiesta, che non avevano un device o una connessione adeguata.

Cosa si dovrebbe fare questa estate per un avvio normale dal prossimo anno scolastico?
Abbiamo già collaudato un modello organizzativo che funziona e lo riutilizzeremo per il prossimo anno scolastico. Dovremo imparare a convivere con il virus, sperando che tutto si risolva per il meglio e che ci siano sempre meno morti. L’obiettivo è di mantenere tutti i ragazzi di una classe presenti e non ledere l’ identità del gruppo. Se ci saranno troppe classi numerose e pochi spazi, attiveremo comunque la didattica integrata.

Domani, quando avremo superato l’emergenza, che tipo di scuola ci dovrà essere? Quali le richieste del mondo dell’istruzione?
La scuola è già cambiata. La didattica a distanza potrà continuare a dare sostegno ai ragazzi, ad esempio con la classe rovesciata, un nuovo approccio metodologico che ribalta il tradizionale ciclo di apprendimento a lezione frontale: la lezione teorica avviene a casa e lo studio pratico a scuola nel pomeriggio. Sicuramente una delle criticità che dovrà essere affrontata e risolta è invece l’assegnazione delle cattedre ai docenti che avviene troppo in ritardo, in alcuni casi lasciandole scoperte fino a novembre.

Che dispersione scolastica ha registrato la vostra scuola in questa emergenza?
C’è stata una dispersione scolastica maggiore rispetto agli altri anni, questo non lo possiamo negare. C’è un impatto emotivo notevole sui ragazzi e le loro famiglie. La scuola ha cercato di affrontare i problemi fornendo gli strumenti o instaurando un dialogo con i più fragili anche tramite psicologi. Le percentuali di abbandono si sapranno però solo alla fine dell’anno, questi ultimi mesi in presenza saranno fondamentali: solo allora potremo tirare le somme anche su questo aspetto.

Il recupero dei saperi e delle conoscenze persi dal febbraio 2020 è una priorità?
Senza una buona relazione educativa i saperi rimangono sterili. È importante recuperare una buona relazione educativa, sperando di non averla persa a distanza, e basare su questo il recupero dei saperi. Abbiamo fatto 500 ore di corsi di recupero in presenza prima della partenza dell’anno scolastico e l’intenzione è quella di attivarli anche a giugno oppure a settembre.

Avete attivato il supporto psicologico agli studenti o ai docenti?
Abbiamo attuato tutti i progetti, come Jump Around, per prevenire la dispersione scolastica. Abbiamo due psicologi, uno per il corso diurno e l’altro per il corso serale. Loro si sono resi disponibili anche per i professori e il personale scolastico e per i ragazzi anche nelle assemblee di classe. Inoltre abbiamo attuato un progetto incentrato sul benessere emotivo, con interventi nelle classi sia per studenti che insegnanti ed un corso di quattro incontri per gestire stress, ansie e paure. Nella foto un momento del programma Erasmus presentato nonostante la pandemia.

Generica 2020

Quale è stato il momento più critico per quanto riguarda i contagi?
Il momento più critico è stato alla fine di ottobre con un picco di quattro classi in quarantena su 70. Non ci sono stati casi di infezioni nelle classi, ma casi sporadici di un solo studente positivo nella classe

A che punto è la vaccinazione sul personale scolastico nel vostro istituto? 
A sensazione la scuola sta rispondendo positivamente ai vaccini. Buona parte degli insegnanti si è vaccinato e altri sono in attesa. La speranza è che si vada avanti a pieno regime per avere la copertura del personale scolastico.

Quanto è stata importante la figura del responsabile covid?
Il responsabile covid è stato molto importante. È stato faticoso aggiornarsi continuamente sui protocolli da seguire con le varie indicazioni e circolari. Questa figura è riuscita a gestire tutto con molto controllo ed ha saputo dare subito le risposte sia a noi che alle preoccupazioni delle famiglie. È un attimo scivolare nella paura.

Trasporti, enti locali e autorità sanitaria: come è stato il dialogo e il coordinamento tra i diversi attori in campo?
Il grande cambiamento è avvenuto dopo Natale, la sospensione delle attività didattiche è servita per creare un orario adeguato per il ritorno dei ragazzi a scuola al 50%. Questo è stato possibile grazie alle mie collaboratrici e alla collaborazione con l’istituto Bernocchi per trovare un modello che andasse bene ad entrambi ed evitare affollamento davanti alle due scuole che servono  3mila studenti. Abbiamo trovato la soluzione con quattro ingressi differenti entro le 9.30. Un modello che riteniamo adatto anche per gestire il progressivo aumento degli studenti in presenza. Dal 26 aprile siamo rientrati con una percentuale dei ragazzi al 70 %. L’organizzazione generale non è cambiata, è leggermente cambiata la rotazione delle classi: le classi quinte sono tutte in presenza come su indicazione del prefetto.

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Pubblicato il 27 Aprile 2021
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