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Il giorno e la storia – Chi ha ucciso Mussolini?

Bruno Lonati, partigiano legnanese, sostiene che non è stato il colonnello Valerio a fucilare Mussolini ma tutt’altra persona. E potessimo chiederlo a lui, Bruno Lonati, la sua risposta sarebbe… «io..!»

Il giorno e la storia, mese di aprile

28 aprile 1945 – Nasce un detto e muore un dittatore: chi ha ucciso Mussolini?

Bruno Giovanni Lonati National Geographic 2013

28 aprile 1945. Ore 5 di mattina. Sono diverse le testimonianze e le versioni: una coinvolge dei legnanesi.
Samuele Turconi (Sandro), legnanese comandante della 101^ Brigata Garibaldi GAP di Gorla Minore e Legnano Mazzafame: «Ma non tutto era ancora finito. Arrivò da una staffetta la notizia che una colonna di tedeschi proveniente da Oleggio si dirigeva su Busto Arsizio. Partii immediatamente con altri partigiani con l’intento di recarci al più presto nella zona e per intercettare la colonna».

Un testimone: «Già all’alba del 28 aprile si udivano in lontananza spari e cupi rimbombi. La colonna era imponente e faceva paura…c’erano centinaia di automezzi, carri e autocarri di munizioni e di viveri, militari in assetto da guerra, mitragliatrici, contraerea, lanciarazzi e bombe a mano. La colonna avanzava lentamente, sparando a casaccio, da lontano e in alto, diversi colpi…»

Samuele Turconi: «Ci attestammo in una cascina sulla strada che entrava in Busto. Corno Alberto e Bigatelli piazzarono una mitragliatrice Breda, pronti a far fuoco all’apparire dei tedeschi.»

Luciano Vignati (Claudio), comandante di zona Busto Arsizio della Alfredo Di Dio: «Un pugno di uomini su un camion con una mitragliera a quattro canne è davanti all’avversario. Una raffica. Il Comandante scende dal camion e intima l’alt. “Noi volere passare!” “Ho l’ordine del mio comandante di non lasciare passare nessuno” è la risposta. La colonna si arresta.»

Samuele Turconi: «I tedeschi si fermarono a circa 200 metri da noi dopo che gli sparammo contro una raffica di mitra. Subito dopo cominciò la trattativa tra due ufficiali tedeschi e l’ufficiale italiano. Poi arrivarono in seguito Marcora con un gruppo di altri partigiani ed un ufficiale d’artiglieria dell’esercito. La trattativa proseguì sino verso le undici quando fummo sorvolati da un trimotore con le insegne tedesche cancellate. Secondo il mio amico Cozzi era il capitano Marcati che sorvolava la zona».

Intanto stavano arrivando da nord anche le formazioni garibaldine piemontesi del leggendario Cino Moscatelli, dirette a Milano.
Samuele Turconi: «A quel punto il comandante tedesco si decise ad accettare la resa ed a rinunciare a proseguire per la via del Brennero. Fu una fortuna perché erano ancora ben armati e se avessero voluto combattere sarebbero stati per noi guai seri. … Dopo pochi attimi ed improvvisamente [il comandante] si suicidò sparandosi alla tempia con la pistola d’ordinanza».
Adesso era veramente finita. Mancava solo un particolare…

Angelo De Tomasi, di Bienate: «Gli automezzi della colonna furono poi consegnati alle autorità partigiane in piazza Manzoni a Busto Arsizio. L’imperizia nella guida causò agli improvvisati autisti notevoli difficoltà. La difficoltà ad inserire la retromarcia e a far manovra costrinse guidatori a percorrere la strada nella direzione in cui mezzi erano parcheggiati. I più fortunati si diressero immediatamente a Busto, gli altri fecero il giro dei paesi limitrofi. In quell’occasione nacque il detto: “autista dul venticénc april” [“autista del 25 aprile”] rivolto in seguito ai guidatori non provetti.»

Nel frattempo a un’ottantina di chilometri di distanza un altro legnanese era forse protagonista di un evento anch’esso più volte raccontato con versioni differenti.

Bruno Giovanni Lonati, nato a Legnano il 3 giugno 1921, faceva parte della Resistenza legnanese, in forze al gruppo di lavoratori della metalmeccanica Franco Tosi appartenenti alla 101^ Brigata Garibaldi SAP.Nome di battaglia “Valeri”.A novembre ’44, braccato dai fascisti, lasciò Legnano con l’aiuto della partigiana che lo ospitava Francesca Mainini edel comandante Samuele Turconi, continuando la sua lotta a Milano col nome di “Giacomo”. Qui entrò in contatto con i servizi segreti inglesi.

Bruno sostiene in alcune interviste e nel libro da lui scritto “Quel 28 aprile. Mussolini e Claretta: la verità” che non è stato Walter Audisio (il colonnello Valerio) a fucilare Mussolini ma tutt’altra persona. Sarebbero stati i servizi segreti inglesia fucilarlo? Su ordine di Churchill in persona? Dovendo anche recuperare (senza riuscirci) i documenti che portava con sé? Sarebbe stato l’inglese Capitano John dei servizi segreti a sparare a Claretta Petacci?
E chi avrebbe sparato a Mussolini? Se lo chiediamo a Bruno Lonati la sua risposta è… «io..!»

Renata Pasquetto

FONTI
– Giorgio Vecchio, Nicoletta Bigatti, Alberto Centinaio, “Giorni di guerra. Legnano 1939-1945”, Edizioni Eo Ipso, Legnano 2001
– Alberto Pastori, Severino Pisani, Luigina Ravera, Augusto Stacchetti (a cura di), “Storie & memorie. Magnago e Bienate”, Pro Loco Bienate-Magnago, 2003

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Pubblicato il 24 Aprile 2021
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