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Il giorno e la storia – Tre legnanesi deceduti nell’incendio all’albergo Mottarone – Vetta

I tre giovani si erano recati al Mottarone per un allenamento sciistico in preparazione del Campionato Legionario

Il giorno e la storia, mese di gennaio

17 gennaio 1943 – Uno spaventoso incendio. L’albergo Mottarone-Vetta distrutto. Morti tre giovani legnanesi
Alle 2,30 di notte tra sabato e domenica 17 gennaio ‘43 alte fiamme si sprigionavano, per cause ignote, sul lato nord dell’albergo Mottarone-Vetta sotto la veranda esterna verso il lagoe in meno di mezz’ora coinvolgevano tutto l’edificio sia esternamente che internamente, «provocando scene di panico fra le persone che vi si trovavano alloggiate, parecchie delle quali si salvarono gettandosi dalle finestre poiché le scale, in legno come tutta la struttura dell’albergo, erano bruciate» (Prealpina).

Quasi contemporaneamente veniva a mancare l’illuminazione e il denso fumo rendeva particolarmente penosa la fuga degli ospiti, numerosi dato che «l’Albergo in quel giorno era al completo e cioè con 98 clienti e 50 persone di servizio. Non appena accortesi dell’incendio accorsero per primi i proprietari Cerutti Augusto, Paolo e Guglielmo, quest’ultimo poi nel tentativo di salvare dal terzo piano un cliente, essendo crollata la scala, rimase bruciato fra le macerie» (Rapporto Carabinieri).Tra i non residenti «primi ad accorrere furono i soldati dell’Aeronautica e i militi del Distaccamento Contraerea, che si sono coraggiosamente prodigati nella pericolosa opera di salvataggio, specie di coloro che si trovavano nell’ala nord dello stabile, nella quale ormai crollavano scale e soffitti» (Corriere della Sera). «Costoro col rischio della propria vita entrarono più volte nell’albergo, ormai in preda alle fiamme, e portarono in salvo il maggior numero possibile di persone sino a quando crollando il tetto non poterono più portare aiuto» (Rapporto Carabinieri).

«Non era possibile procedere a una seria opera di spegnimento per la deficienza assoluta di acqua e di comunicazioni. Purtroppo tutto è andato distrutto, dell’albergo non resta che una massa di fumanti macerie e di muri maestri anch’essi in gran parte diroccati. I danni si fanno ascendere a circa cinque milioni oltre a quelli subiti dagli ospiti, alcuni dei quali lamentano la perdita i gioielli di cospicuo valore.

Dopo le prime constatazioni si è proceduto all’estrazione di sei vittime in avanzato stato di combustione e irriconoscibili, ma tutto lascia dubitare che altri morti siano fra le macerie che hanno continuato ad ardere per l’intera giornata» (Corriere). Altre sei persone mancavano momentaneamente all’appello ma non si sapeva con precisione perché erano andati distrutti tutti i registri delle persone alloggiate.

Nell’incendio trovarono la morte il proprietario, la guardia notturna dell’albergo col figlio di cinque anni e anche «tre giovani fascisti di Legnano appartenenti alla 29°Legione Camicie Nere e ivi giunti per allenamenti, unitamente ad altri cinque che erano alloggiati in altri alberghi» (Corriere): «il diciassettenne Ottavio Sola di Pietro, nato a Legnano il 25 settembre 1925 studente al terzo anno del liceo scientifico a Milano; Luigi Agostino Canavesi di Giuseppe, nato il 1 gennaio 1926, iscritto al terzo corso del liceo scientifico a Milano e Giovanni Cavalli di Giuseppe di anni 18, nato il 24 luglio 1924 studente al terzo corso dell’Istituto Feltrinelli di Milano. Si erano recati al Mottarone per allenamento sciistico in preparazione del Campionato Legionario»(Prealpina).

Le cause non sono note ma «l’incendio come si è detto, incominciò sotto la veranda e cioè dove correvano dei cavi di alta tensione di proprietà del Ministero della R. Aeronautica che aveva sui tetti dell’albergo un apparecchio Teodolite» (Rapporto Carabinieri).

Mercoledì 20, alle 15, si svolsero a Stresa alla presenza del Federale solenni onoranze alle vittime, organizzate dal fascio di Stresa e dal Podestà.

Renata Pasquetto

FONTI: – Rapporto 31 dicembre 1946 n. 34/342 dei Carabinieri di Stresa a firma Maresciallo Umberto Mico Comandante la Stazione conservato presso l’Archivio storico del comune di Stresa, busta 122, fascicolo 1, sezione Stresa.
– “Corriere della Sera” del 18 gennaio 1943, pag. 4
– “La Prealpina” articolo riprodotto in Giacomo Agrati (a cura di), “Bentornato sergente. La storia di Raoul Achilli”, Edizioni La Mano, 2019, pag. 57
– Per i funerali: “Corriere della Sera” del 21 gennaio 1943, pag. 2, e Giacomo Agrati (a cura di), “Bentornato sergente”, pag. 57.

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Pubblicato il 17 Gennaio 2021
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