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Nell’AltoMilanese 45 donne maltrattate hanno chiesto aiuto dopo il lockdown

L'Auser Filo Rosa ha preso in carico 49 vittime di cui 14 a giugno. La rete antiviolenza in Lombardia secondo la Regione ha retto l'emergenza Covid-19

Violenza di Genere - donne maltrattate

La rete lombarda a sostegno delle donne maltrattate ha retto all’urto dell’emergenza sanitaria Covid. Lo sanno bene le volontarie dell’Asuer Filo Rosa del Centro Antiviolenza Ticino Olona che, dall’inizio ad oggi, sono state contattate da 95 donne, di cui 45 soltanto nel mese di giugno, ossia dopo il lockdown. Una conferma che la diminuzione di richieste di aiuto, durante il momento “caldo” dell’emergenza sanitaria, era solo apparente. In questi mesi, come precisa il presidente di Auser Filo Rosa Loredana Serraglia, lo sportello di Legnano e quello di Castano hanno preso in carico 49 vittime, di cui 14 durante la Fase2 (giugno). Un solo caso è stato segnalato dal numero antiviolenza 1522.

«Non ci siamo mai fermati – commenta Serraglia -. Purtroppo, com’era prevedibile, quella del lockdown era solo una calma apparente. Numerose le richieste di aiuto che ci stanno arrivando». Altro problema, secondo Serraglia, sarà il posto di lavoro: «Siamo negli anni 2000, ma le donne continuano ad essere discriminate anche nel mondo lavorativo: sono le prime ad essere licenziate».

Dati importanti che rientrano nel bilancio complessivo della rete regionale esaminato, in questi giorni, dal Comitato paritetico di controllo e valutazione presieduto da Barbara Mazzali. È, quindi, emerso che sono aumentate le richieste di aiuto e che migliora la possibilità di avviare percorsi di autonomia. Rispetto al 2019, nel periodo 1° marzo – 16 aprile le donne vittime che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 sono aumentate in Lombardia del 25%. Un segnale della crescente emersione del problema e che vede il carico di lavoro sui centri anti violenza aumentare nel tempo.

La presidente Mazzali, esprimendo il suo apprezzamento per la qualità e la completezza informativa della relazione trasmessa, ha sottolineato che «il Comitato valuta positivamente il fatto che la relazione contenga un focus specifico sui percorsi di autonomia abitativa ed inserimento lavorativo delle donne prese in carico dai centri antiviolenza e le iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e formazione avviate. Un tema che continueremo a monitorare, cercando anche di sensibilizzare il mondo del lavoro. Il quadro è contenuto in una Nota Informativa in tema di contrasto alla violenza sulle donne e nella Relazione sull’attuazione e i risultati degli interventi previsti dalla l.r. n. 11/2012 in tema di prevenzione, contrasto e sostegno a favore delle donne vittime di violenza».

A conferma dell’ampiezza del fenomeno delle violenze domestiche il numero delle donne che in Lombardia nel 2019 si sono rivolte ad un centro antiviolenza è di 6545 (più del doppio rispetto al 2013). Le nuove prese in carico hanno riguardato per circa il 44% dei casi donne residenti in provincia di Milano e Brescia. Hanno ricevuto ospitalità 295 donne, la maggior parte residenti in provincia di Milano (33%), Varese (12%) e Brescia (11%): circa il 45% delle donne ha al seguito figli minori. Aumenta, inoltre, il numero delle donne che, a conclusione del percorso, si allontana dal maltrattante (79% nel 2019), grazie anche all’acquisizione dell’autonomia economica (66% nel 2018) e abitativa (raggiunta nel 66,4% dei casi).

L’azione delle politiche introdotte da Regione Lombardia per il contrasto alla violenza di genere prevede anche percorsi formativi con l’Ordine avvocati e accordi di collaborazione con le università lombarde. Attraverso un bando regionale del 2018 sono stati avviati 9 progetti che hanno coinvolto 1260 studenti, 119 docenti destinatari e 251 docenti formatori. Ricordiamo che sono 67 i soggetti giuridici iscritti all’Albo dei centri antiviolenza, delle case rifugio e delle case d’accoglienza. In crescita il numero dei centri antiviolenza (complessivamente 50 in convenzione con gli enti capofila, a cui si aggiungono 49 sportelli decentrati) e le case rifugio (117 convenzionate).

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Luglio 2020
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