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Il giorno e la storia: 8 luglio 1944 – La “sbobba” nei campi di prigionia

La fame è sempre terribile- scrive Biscardini nel suo diario - Il giorno lo passo sempre sdraiato, la notte la trascorro torturato dai crampi allo stomaco

Generico 2018

La fame nei campi di prigionia è l’argomento di questa puntata della rubrica “Il giorno e la storia”, a cura della dr.ssa Renata Pasquetto. E’ ancora una testimonianza dell’ufficiale degli alpini Giuseppe Biscardini a guidarci in questa macchina del tempo che ci riporta al 1944.

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Per i militari italiani che all’armistizio dell’8 settembre ’43 scelsero di non collaborare con i nazi-fascisti si aprirono le porte di vari lager in Germania, Austria e Polonia. Divennero IMI, Internati Militari Italiani, non deportati politici ma nemmeno prigionieri di guerra e quindi esclusi dalla Convenzione di Ginevra e dall’aiuto materiale della Croce Rossa Internazionale. Alessandro Natta, IMI compagno di lager del legnanese Giuseppe Biscardini, afferma nel suo libro “L’altra Resistenza”: «Noi abbiamo avuto una sorte diversa da quella dei prigionieri dei campi di sterminio, dei lager politici, anche se occorre dire che non vi fu una differenza nella sostanza ma solo nel grado di intensità della persecuzione».

«La fame è sempre terribile- scrive Biscardini nel suo diario – Il giorno lo passo sempre sdraiato, per non consumare calorie, la notte la trascorro senza chiudere occhio, torturato dai crampi allo stomaco.
Le ginocchia non mi reggono più, sto quindi in piedi con molta fatica, gli occhi ormai semi aperti mi fanno vedere strane ombre. La vista si è parecchio indebolita, non riesco praticamente più a leggere, anche la memoria sembra venuta meno. Ma non bisogna collaborare con i nazisti. Bisogna che questa orrenda guerra finisca al più presto. Resistere è ancora il nostro motto.»

Ma finalmente l’8 luglio 1944 si preannuncia una gran festa nell’Offlag XB di Sandbostel e Biscardini lo annota nel diario. «Si è sparsa nel lager la voce che sono giunti viveri di conforto inviati da un Comitato Pontificio. Siamo tutti fuori dalle baracche nell’attesa spasmodica della distribuzione. Che delusione: ci è toccata una scatola di sardine ogni 25 persone».

Renata Pasquetto

FONTE: Giuseppe Biscardini, “Gefangenennummer: 42872. Diario di prigionia”, 1986, riedizione 2015 [richiedibile presso le Biblioteche del Consorzio Nord Ovest ad esempio a Legnano e Provincia Varese ad esempio a Castellanza].

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Pubblicato il 08 Luglio 2020
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