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“Un’immaginazione fin troppo reale”

Un racconto di Ines Corsi del corso di giornalismo delle scuole medie Tosi di Legnano.

Fa veramente caldo d’estate, qui, in Egitto. Forse dovevamo scegliere un altro periodo per visitarlo, ma i miei genitori avevano adesso le ferie. Ed eccoci che ci annoiamo un po’…

A mio padre viene un'idea: fare un giro sui dromedari fino alla prossima Oasi. Ci hanno detto che è a circa un’ora da qui. Prendiamo anche una guida e partiamo attraversando un mercato pieno di gente tra cui un mangiafuoco, che giocando con il fuoco spaventa il mio dromedario. I miei sono un po’ avanti e con tutto il fiasco non riescono a sentirmi…

Così il mio animale si allontana e mi trovo all’uscita della città da sola. Davanti a me un vasto deserto. Mi guardo intorno e in lontananza vedo tre persone, saranno i miei con la guida? Li seguo; ma loro sono veloci, così mi velocizzo anch’io. Forse sono passati una decina di minuti, sono lontana della città ormai, ma non mi importa, sono sicura che tra poco raggiungerò i miei e faremo insieme il nostro viaggio. Ma è possibile? Non sono loro! E non parlano nemmeno la mia lingua, nemmeno inglese…adesso cosa faccio?

Vedo un lago in lontananza e mi avvio per raggiungerlo. Ho tantissima sete, ma non posso mollare, devo raggiungere quell’acqua al più presto.

Che bei colori che ha il lago! Blu, verde e pure un porpora accesa. Lavandomi la faccia intravedo una luce nel fondo che si trasforma in delle mani che mi fanno il segno di entrare e raggiungerle. Mi immergo e nuotando raggiungo un buco nel fondo e nonostante fosse spaventoso ci entro. Comincio a perdere il fiato ma in quel momento si apre davanti a me una grotta e l’acqua si abbassa fino a scomparire del tutto. Lo spazio è veramente grande e c’è anche un santuario e alla sua destra una tomba vicino alla quale sul muro c’è scritto: “Non si può tornare indietro”. Presa dalla paura sto per andarmene, quando la tomba si apre ed esce una mummia. In un attimo mi rendo conto che ci sono dei teschi, sicuramente sono delle persone che venute prima di me in questa grotta. Prendo tutte le forze e butto giù il santuario per non farmi sbranare dalla mummia, provando a cercare qualcosa di appuntito per difendermi. Quel mostro mi prende un braccio e sento un forte bruciore sul polso, ma mi sottraggo alla sua presa con tutte le mie forze cadendo per terra.

Sicuramente avrò sbattuto la testa, perché mi trovo nella camera dell’albergo e mia mamma mi sta spiegando che mi hanno ritrovata nella stessa Oasi dove sono andati loro. Che fortuna!

Le racconto tutto, ma loro ridendo mi spiegano che si tratta sicuramente della mia immaginazione, perché mi hanno trovata priva di sensi.

Tiro un sospiro di sollievo; forse meglio così, anche se sarebbe stato bello raccontare come sono sopravvissuta ad una mummia vivente, non è una cosa che capita tutti i giorni!

Mi sento stanca e chiudo gli occhi per dormire. In quel momento sento un bruciore sul polso. Accendo la luce, alzo la manica e vedo un segno di bruciore di tre dita…

Ines Corsi 2E

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Aprile 2020
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