Punto prelievi chiuso a Dairago, le opposizioni: “Supporto ai più fragili per l’accesso al servizio”
I gruppi di minoranza di Dairago nei giorni scorsi hanno presentato una mozione per "arginare" gli effetti della chiusura del punto prelievi attivo in paese fino a fine giugno

«Supporto ai più fragili per l’accesso ai prelievi». La richiesta arriva dai gruppi di minoranza di Dairago, che nei giorni scorsi hanno presentato una mozione per “arginare” gli effetti della chiusura del punto prelievi attivo in paese fino a fine giugno.
«Il servizio di prelievi in convenzione con la società Cerba HealthCare Lombardia non è più attivo, determinando la sospensione di un presidio di prossimità molto utilizzato, in particolare da persone anziane e fragili del nostro comune – sottolineano Scelgo Dairago e UniAmo Dairago -. È documentato che numerosi cittadini di Dairago usufruissero del servizio proprio per la sua vicinanza, trattandosi di persone con oggettive difficoltà nello spostarsi autonomamente in altri paesi».
Dal momento che sul territorio sono però presenti altri punti prelievo in strutture sanitarie pubbliche come le case di comunità di Busto Garolfo e Legnano e l’ASST Ovest Milanese, i due gruppi di opposizione con la mozione chiedono al comune di attivarsi per «garantire la continuità del supporto ai cittadini più fragili nel servizio di accesso ai prelievi, anche attraverso forme alternative al punto prelievi dismesso, favorendo in particolare l’accompagnamento verso i centri vicini e l’assistenza nella prenotazione online».
Se è vero infatti che è in paese è attiva l’APAD, che si occupa del servizio di accompagnamento per disabili e persone fragili verso strutture sanitarie», è vero anche che l’associazione «opera con un numero limitato di volontari e non può essere ulteriormente gravata senza un adeguato supporto aggiuntivo» e per le due civiche, alla luce della chiusura del punto prelievi, è quindi fondamentale «valorizzare il ruolo sociale dell’APAD, sostenendola, ma al tempo stesso prevedere soluzioni alternative nel caso in cui l’associazione non fosse in grado di ampliare la propria attività»
Come? Ad esempio prevedendo «la possibilità di attivare ulteriori strumenti di accompagnamento, anche tramite convenzioni con altri soggetti del Terzo Settore, volontari, operatori sociali o figure di servizio civile» o valutando «l’inserimento dell’attività di accompagnamento e assistenza tra le mansioni previste per eventuali posizioni di servizio civile attivabili in comune.
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