Parabiago in festa per i 55 anni di sacerdozio di don Luigi Colombo
Ordinato sacerdote il 27 giugno 1970 in Duomo dall'allora arcivescovo Giovanni Colombo, domenica 29 giugno don Luigi Colombo è stato festeggiato da una vera e propria folla di fedeli di Parabiago e non solo

Parabiago in festa per i 55 anni di sacerdozio di don Luigi Colombo, ormai da molti anni al servizio della comunità di San Lorenzo. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1970 in Duomo dall’allora arcivescovo Giovanni Colombo, domenica 29 giugno il prete è stato festeggiato da una vera e propria folla di fedeli di Parabiago – e non solo – che hanno voluto celebrare con lui e con i suoi familiari il traguardo raggiunto, tra processione e palloncini, con l’accompagnamento del corpo musicale di San Lorenzo e un aperitivo finale tutti insieme.

«Don Ugo Mocchetti aveva riconosciuto in te talento e bontà, ardimento e ardore – è il messaggio che la sua comunità ha voluto dedicargli durante la messa, concelebrata dallo stesso don Luigi Colombo e dal prevosto don Maurilio Frigerio -. Quanta strada da allora hai percorso! Tu, soprattutto amante dei giovani, degli aquiloni, della montagna, della macchina fotografica, reporter della vita di parrocchia, di esperienze avventurose compiute con i parrocchiani o con i confratelli in tante circostanze, come a Bocca di Magra, per gli esercizi spirituali. Tu, coraggioso e temerario, hai consegnato totalmente la tua vita ed il tuo sacerdozio a Dio, Signore dell’universo, convinto che la vita appartenga solamente a lui, che ti aveva scelto prima che tu fossi concepito nel grembo di tua madre. Tu, testardo e risoluto, sei stato l’artefice principale della costruzione del nostro bellissimo oratorio – e per questo non finiremo mai di ringraziarti -, insistendo anche contro le voci contrarie fino al raggiungimento dello scopo finale: dare ai bambini, ai giovani ed anche agli adulti un ambiente bello dove accogliere tutti».
«Tu e le tue passioni mondane: la preparazione del genepì con la raccolta delle piccole artemisie alpine, oltre i 2000 metri di quota, tra le rocce e le ghiaie dei monti valdostani, la bicicletta per mantenere la forma atletica per meglio lavorare nella vigna del Signore, la cura del vigneto con orecchie ben tese alle conversazioni tra i grappoli, da svelare ai ragazzini di prima comunione, per una teologia semplice, vivaista di melograni ricchi di simbolismo, presenti anche nella Bibbia, utilizzati in qualche cresima o venduti a scopo benefico in parrocchia – hanno aggiunto i parrocchiani -. Tu, anche nelle vesti di investigatore di successo, per cogliere in flagrante furfanti sacrileghi di un misero bottino: le offerte della messa; nascosto in sacrestia, dietro la porta, con un randello da usare, se fosse stato necessario, emulo di don Camillo o di don Matteo. E che dire dell’équipe blocca prenotazioni per il Cenacolo? O delle scalate in montagna per ammirare l’incanto del Monte Rosa, del Breithorn, del Cervino, o con lo Skyway per avvertire il brivido del Monte Bianco così da vicino, con gli animatori dell’oratorio estivo e con i coraggiosi fedeli partecipanti.

«E quante volte hai celebrato il 15 agosto, Festa dell’Assunta, alla Gran Sommetta, la cima rocciosa spartiacque tra la Valtournenche e la Val d’Ayas, durante le vacanze con famiglie e ragazzi – è la conclusione del messaggio -. E non è possibile tacere del volo in elicottero per posizionare la Madonnina integra, perché fosse sempre parafulmine e meta per la gente del luogo e altare per le celebrazioni. Solo una piccola zoommata sul tuo lungo, talentuoso percorso sacerdotale, altri lo completeranno e lo arricchiranno. Quanto hai dato e quanto dai ancora oggi! Una vita avventurosa ed appassionata. E qualche tuo ragazzino diventato oramai giovane maturo ricorda il tuo dolce, sacerdotale monito: “Fai la cosa giusta!”, accompagnato dal sorriso e dalla benedizione, in confessionale. Ti auguriamo ancora molti anni, caro Don Luigi, sempre con la tua gente di San Lorenzo».
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