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A Dairago le opposizioni “bocciano” la tariffa puntuale: “Introduzione improvvisata e senza dati solidi”

Scelgo Dairago e UniAmo Dairago criticano senza mezzi termini le scelte della giunta Rolfi rispetto all'introduzione della tariffa puntuale

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«Un’introduzione improvvisata, senza comunicazione e senza dati solidi». Levata di scudi dalle opposizioni contro le modalità con cui è stata introdotta a Dairago la tariffa puntuale, con Scelgo Dairago e UniAmo Dairago che criticano senza mezzi termini le scelte della giunta Rolfi e durante l’ultima seduta consiliare hanno “bocciato” le tariffe per la TARI con commisurazione puntuale.

«Pur avendo investito nel 2018 nelle mastelle con microchip e nell’infrastruttura, il sistema è entrato in vigore solo nel 2024, e senza alcuna comunicazione preventiva ai cittadini – sottolineano le due civiche all’opposizione -. Nessuna assemblea, nessuna campagna informativa, nessun supporto pubblico per accompagnare le famiglie in questo passaggio. I cittadini scopriranno solo a luglio 2025 che dovranno pagare per le esposizioni effettuate durante l’intero 2024, sulla base di una tariffa costruita su dati parziali e incompleti. È una gestione opaca e approssimativa, che mina alla base il concetto stesso di trasparenza».

«Abbiamo appreso solo da una nota a margine, richiesta dalle minoranze, che circa 700 utenze su 2.736 totali non hanno esposto alcuna mastella nel 2024 – aggiungono UniAmo Dairago e Scelgo Dairago -. Nonostante ciò, la tariffa è stata formulata come se quei dati fossero completi e affidabili, e quei 700 utenti pagheranno comunque la tariffa minima, mentre gli altri, quelli che hanno conferito correttamente, pagheranno per intero, con eventuale extra-soglia. Com’è possibile costruire un sistema che si definisce “puntuale” quando oltre un quarto delle utenze non è stato rilevato? Come si può ritenere equo, proporzionale e trasparente un impianto basato su un solo anno di rilevazione, e per di più incompleto? Come è possibile che la fase sperimentale sia iniziata nel 2018 e vengano utilizzati solo i dati del 2024? Avrebbe dovuto esserci un monitoraggio, Covid a parte, per un totale di quasi cinque anni. In cinque anni non c’è stato tempo per verificare le 700 utenze che con nessuna esposizione della mastella? Inoltre, proprio a causa di questa confusione, si è deciso di emettere due bollette: una a luglio e una a ottobre, per dare tempo all’ente di effettuare verifiche e ai cittadini di segnalare errori. Il tutto con un costo aggiuntivo di 7mila euro, a carico della collettività. È questa l’efficienza amministrativa che si intende perseguire?».

«Un’altra criticità fondamentale – concludono i due gruppi di minoranza, critici anche rispetto alla mancanza di «un percorso realmente condiviso» e di un «confronto con le forze consiliari che rappresentano la maggioranza dei cittadini» – è che questo sistema non è affatto premiante. Chi produce poco rifiuto e si impegna a differenziare non riceve alcun beneficio economico. Chi si comporta in modo virtuoso paga quanto chi si comporta in modo mediocre, a meno che non superi la soglia prevista. In quel caso, viene penalizzato. Ma nessuno viene premiato. Il principio “chi inquina meno, risparmia” non trova applicazione. Il risultato è un sistema che non stimola alcun miglioramento, non orienta i comportamenti e non costruisce cultura ambientale. Eppure l’Unione Europea, che viene citata solo quando fa comodo, non si accontenta più di un “Comune riciclone”: chiede di fare meglio, di diminuire i rifiuti prodotti, di spendere meno per smaltirli, e di costruire sistemi più intelligenti ed equi».

Foto di archivio

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 29 Giugno 2025
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