«Mia madre ha avuto un ruolo in questo omicidio». Continuano come tessere di un domino a parlare gli imputati nel processo per l’omicidio di Fabio Ravasio, che uno dopo l’altro stanno ripercorrendo il proprio ruolo nella morte del 52enne di Parabiago e, soprattutto, facendo sempre più luce su quello della “mantide” Adilma Pereira Carneiro. Lunedì 19 maggio a raccontare la sua verità è stato Igor Benedito, figlio della “mantide”, al volante dell’auto che quel maledetto 9 agosto ha spento troppo presto la vita di Ravasio sull’asfalto della provinciale tra Parabiago e Busto Garolfo.

Davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio presieduta da Giuseppe Fazio, Igor Benedito ha sconfessato le dichiarazioni rese nei mesi scorsi al pubblico ministero Ciro Caramore, che ha coordinato l’inchiesta sulla morte di Ravasio. «Sento la responsabilità di questo fatto terribile che purtroppo mi ha portato oltre tanti errori che avevo fatto nella mia vita – sono state le parole di Igor Benedito -. Dopo le udienze, dopo aver visto le immagini del luogo dell’incidente, dopo aver ricordato quei momenti, dopo aver sentito descrivere il volo del corpo della vittima e dopo aver parlato con tante persone, voglio dire che sono dispiaciuto per quello che è successo e che chiedo scusa a tutti per il male che ho fatto».

«Quando sono stato sentito dal pubblico ministero non ho detto la verità su mia madre – ha aggiunto il figlio della “mantide” di Parabiago -: lei ha avuto un ruolo in questo omicidio. Ho sbagliato perché volevo proteggere per tutta la mia vita la mia famiglia e mia madre, ma ora mi rendo conto che non è giusto e che devo pensare a me, ai miei fratelli e alle mie sorelle. Spiegherò tutto quello che so quando sarà il momento, ma devo liberarmi di questo peso ora».