Pioggia di critica dalle opposizioni su Busto Garolfo Paese Amico dopo il consiglio comunale
Durante la seduta consiliare sono state discusse diverse interrogazioni delle opposizioni, tra cui quelle sulla pulizia delle strade, sull'incrocio tra via Legnano e via Fratelli Bandiera e sulle case popolari di via Mazzini e vicolo Porta

Pioggia di critiche sulla maggioranza a Busto Garolfo dopo l’ultima seduta del consiglio comunale, durante la quale nei giorni scorsi sono state discusse diverse interrogazioni arrivate dai banchi dell’opposizione, tra cui quelle presentate dal centrodestra sulla pulizia delle strade e lo spazzamento meccanico e sulla pericolosità dell’incrocio tra via Legnano e via Fratelli Bandiera e quella presentata dalla civica Insieme per Busto sulla cura delle case popolari di via Mazzini e vicolo Porta.
Il centrodestra: “I cittadini meritano azioni concrete, non promesse vaghe”
Interrogazioni che per il centrodestra hanno ricevuto da sindaco e giunta risposte «generiche e prive di dettagli operativi, senza assumere impegni precisi né fissare tempistiche per gli interventi richiesti». «La pulizia delle strade è un servizio essenziale per la vivibilità del nostro territorio – sottolinea il capogruppo Marco Binaghi –. È inaccettabile che Olcella e altre zone di Busto Garolfo continuino a essere escluse dallo spazzamento meccanico, nonostante le ripetute segnalazioni dei residenti. Chiediamo all’amministrazione di definire criteri chiari per garantire un servizio equo ed efficiente sia a Busto Garolfo che nella frazione».
Quanto all’incrocio tra via Legnano e via Fratelli Bandiera, invece, per Binaghi, Cova e Lunardi si tratta di «un punto critico per la sicurezza stradale» e «servono interventi immediati, per evitare che si verifichino incidenti gravi». «Non ci accontentiamo di rassicurazioni verbali – concludono i consiglieri –. I cittadini meritano azioni concrete e non promesse vaghe. Continueremo a vigilare attentamente e a sollecitare risposte, perché servizi essenziali come la pulizia delle
strade e la sicurezza stradale non possono essere trattati con superficialità».
Insieme per Busto: “Dalla maggioranza accuse gravi e infamanti, chiediamo scuse e rispetto”
Levata di scudi anche dalla civica capitanata da Patrizia D’Elia e Francesco Binaghi, che – oltre a parlare di «brutta figura di chi, accusato di non occuparsi della manutenzione degli alloggi popolari in cui decine di famiglie vengono lasciate vivere in condizioni ai limiti del disumano, scarica la colpa su qualche residente» – pretende da Busto Garolfo Paese Amico delle scuse ufficiali per le accuse mosse durante la seduta consiliare e sui social.
«Gia nel corso del consiglio comunale di lunedì il sindaco Rigiroli si era permesso di lanciare nei confronti del nostro gruppo accuse pesanti e senza fondamenti – sottolineano da Insieme per Busto -. Infatti, durante la discussione delle nostre mozioni con cui chiedevamo maggiore attenzione per le manutenzioni negli alloggi popolari di via Mazzini e vicolo Porta, il sindaco si è lanciato in accuse gratuite verso i nostri consiglieri, rei a suo dire di non prendere le distanze dai comportamenti dei residenti incivili che rovinano il patrimonio pubblico. Nonostante le nostre vibranti proteste, le accuse sono state ribadite con un post sui social del gruppo di maggioranza (dove la maggioranza aveva spiegato di «non aver percepito dalle opposizioni un’altrettanto convinta presa di posizione nel condannare i comportamenti degli incivili», ndr)».
«La maggioranza, per nascondere le proprie negligenze e la propria indifferenza verso i cittadini costretti a vivere in condizioni indegne, si lancia in accuse gravi e ai limiti del reato di diffamazione, in quanto i nostri consiglieri vengono accusati di difendere comportamenti illeciti – proseguono dalla civica -. Chiediamo immediatamente al sindaco Rigiroli e al suo gruppo di scusarsi per queste affermazioni gravi e prive di ogni minimo legame con la realtà. In caso contrario, valuteremo ogni azione a tutela del nostro buon nome. Siamo assolutamente contrari alla politica fatta di accuse e minacce di azioni legali; tuttavia, rilevando peraltro che questa modalità è stata portata nel nostro consiglio proprio da questa amministrazione, non possiamo nemmeno accettare come normalità offese gravi e false».
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