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Francesco Binaghi si dimette da presidente del consiglio comunale di Busto Garolfo

Alla base delle dimissioni Binaghi ha richiamato prima di tutto ragioni istituzionali. Il sindaco Biondi: "I motivi di questo abbandono vanno ricercati altrove"

francesco binaghi busto garolfo

Cinque anni fa era stata Ilaria Cova, allora vicesindaco nell’amministrazione di centrosinistra della civica Busto Garolfo Paese Amico, ad allontanarsi dalla maggioranza fino allo strappo che aveva portato alla revoca delle deleghe da parte del sindaco Susanna Biondi. Un mandato dopo, quando di mesi alle prossime amministrative ne manca ancora qualcuno in più, è Francesco Binaghi, fino a giovedì 16 novembre – quando ha rassegnato ufficialmente le dimissioni – presidente del consiglio comunale cittadino, a lasciare la sua carica aprendo una crepa in una compagine che, fin qui, si era dimostrata compatta.

Lo fa senza nascondere un “mal di pancia” prima di tutto istituzionale – ma inevitabilmente anche politico tanto che Binaghi stesso parla di «tanti temi che non ha per nulla condiviso in questi ultimi mesi» -, e richiamando come esempi emblematici i tempi di consegna della documentazione relativa al PGT in vista della seduta di venerdì 17 novembre e delibere che «non riportano nemmeno le spese».

«Non ritengo di poter continuare a svolgere questo ruolo – ha sottolineato l’ormai ex presidente del consiglio comunale -. Non per una questione politica, perché il presidente non è un membro della giunta, ma ha un ruolo istituzionale, ma perché penso che sia importante per il paese che non ci siano paralisi istituzionali e in questi ultimi mesi mi sono accorto di non riuscire a lavorare con questa amministrazione».

«La giunta correttamente rappresenta il governo del comune, quindi è giusto che governi e io certo non voglio ostacolare il governo del comune – ha aggiunto Binaghi -. Il consiglio, però, a sua volta ha un ruolo ed è quello di controllare l’operato della giunta ed è importante che venga messo nelle condizioni di lavorare il meglio possibile. La democrazia e la libertà sono tali non perché si vota una volta ogni cinque anni, ma perché ogni giorno chi è stato votato per governare governa ma c’è un organo di rappresentanza, che nel caso del comune è il consiglio, che può controllare l’operato della giunta, dell’amministrazione e degli uffici ed è messo nelle condizioni di poterlo fare. Quello che io intendo per condizioni per poterlo fare, ritengo sia molto distante da quello che invece intende questa amministrazione».

Il passo indietro di Francesco Binaghi è stato accolto da manifestazioni di stima da parte delle minoranze, espresse dalle consigliere Patrizia D’Elia e Sabrina Lunardi, e dal rammarico degli assessori Patrizia Campetti e Stefano Carnevali, con quest’ultimo che, però, ha parlato anche di un «posizionamento così forte, così proattivo in una nuova collocazione» dell’ex presidente del consiglio comunale.

Netta, invece, la presa di distanza del sindaco Susanna Biondi. «In questa ricostruzione non mi ci riconosco, anche se anche questa sera si è tentato di leggere qualsiasi cosa in quella direzione – ha sottolineato la prima cittadina, pur non nascondendo il dispiacere per la scelta di Binaghi -. Abbiamo sempre lavorato con il gruppo di maggioranza in condivisione e in trasparenza, e soprattutto seguendo sempre il nostro programma amministrativo, quindi direi con piena coerenza. Ritengo che i motivi di questo abbandono del gruppo vadano ricercati altrove».

Sulla stessa linea il consigliere di maggioranza Daniele Dianese, che ha parlato anche a nome dei colleghi Aldo Dell’Acqua, Anna La Tegola, Valentina Tunice e Marco Zangirolami, dichiarando pieno appoggio a sindaco e giunta e prendendo le distanza dalle affermazioni di Binaghi. «Il nostro gruppo, coeso e solidale, ha preso e prende le decisioni in democrazia, senza alcuna pressione da parte di nessuno, né dalla sindaca, né dagli assessori – ha evidenziato Dianese -. Ciascuno di noi consiglieri, in questi anni si è sempre sentito libero di esprimere il proprio parere: la libertà di pensiero e la nostra autonomia decisionale non sono mai state messe in discussione. Noi consiglieri riteniamo che sia la sindaca che gli assessori, compatibilmente con il proprio ruolo, abbiano condiviso con noi scelte e problematiche anche attraverso momenti di costruttivo confronto».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Novembre 2023
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