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Taglio del gas per il caseggiato inagibile in via Dante a Cerro Maggiore

Dopo qualche momento di tensione con i residenti che ancora abitano nell'immobile di via Dante, le operazioni sono proseguite in modo pacifico

via dante cerro maggiore

Via il gas dal caseggiato al civico 68 di via Dante a Cerro Maggiore, già dichiarato inagibile e ormai prossimo allo sgombero come stabilito dall’ordinanza adottata nelle scorse settimane dal sindaco Nuccia Berra. I tecnici della società che gestisce la rete di distribuzione del gas hanno iniziato in mattinata le operazioni per il distacco delle utenze, che dopo qualche iniziale momento di tensione con i residenti che ancora non hanno lasciato l’immobile sono proseguite in modo pacifico, anche grazie al confronto tra gli inquilini, la Polizia Locale cittadina e il personale dell’Ufficio Tecnico.

Caseggiato di via Dante a Cerro Maggiore inagibile, sette giorni ai residenti per lo sgombero

La situazione dell’immobile di via Dante a Cerro Maggiore messa nero su bianco dall’ordinanza – che parla di impianti non a norma, intonaco ormai malandato con tanto di vistose crepe alle pareti, degrado igienico, infiltrazioni dal tetto, finestre «a quote pericolosamente basse e scavalcabili», allacciamenti abusivi alle utenze e “inquilini” che occupano gli appartamenti senza averne titolo – non è certo una novità, tanto che negli anni è stata riscontrata da ormai innumerevoli verbali stilati dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco dopo i relativi sopralluoghi e già in passato si era parlato di stabile a rischio crollo.

via dante cerro maggiore

A fine agosto, però, un’ordinanza a firma della prima cittadina aveva dato sette giorni di tempo a chi ancora vive nel caseggiato per liberare gli appartamenti, sottolineando come «il trascorrere del tempo, nonché, la persistente e illegittima occupazione da parte dei residenti abbia aggravato, oltremodo, la precaria stabilità dell’immobile». Come peraltro era emerso anche dall’ultimo sopralluogo effettuato ad aprile dal comando dei Vigili del Fuoco di Milano su richiesta della Prefettura, a valle del quale era stato sottolineato che«le criticità evidenziate nelle precedenti ordinanze e nella perizia statica non hanno trovato risoluzione, pertanto le situazioni di dissesto statico, non conformità impiantistiche e condizioni igienico-sanitarie non idonee evidenziate, risultano le medesime rilevate nel 2019, se non ancora aggravate a causa del perdurare della completa assenza di manutenzione dello stabile».

via dante cerro maggiore

Un quadro, insomma, che non aveva lasciato scelta a Palazzo Dell’Acqua, soprattutto visto che nonostante l’inagibilità dello stabile all’interno ci abitavano ancora delle persone. Alcune delle quali, peraltro, ancora non si sono rassegnate a lasciare il caseggiato: cinque famiglie, composte in totale da una ventina di persone, vivono infatti tuttora nell’edificio. Il numero di chi ha ha accettato le soluzioni alternative proposte dall’amministrazione comunale e ha lasciato lo stabile, però, anche in questi ultimi giorni continua ad aumentare, ed è facile pensare che dopo il taglio del gas – utenza che viste le temperature e la possibilità di cucinare ricorrendo all’elettricità non è stata ritenuta  indispensabile per la sopravvivenza – potrebbe ulteriormente crescere.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Settembre 2022
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