Quantcast

L’automobilista è il maggior fan delle ciclabili

L'astio nei confronti di chi prova a pianificare nuove ciclabili ha dell'inverosimile. Meno auto sulle strade spianerebbero la possibilità di muoversi più agilmente. E invece la guerra assume toni apocalittici anche da parte di chi conosce poco la realtà della mobilità

Generico 15 Dec 2025

Le piste ciclabili sono un argomento che scatena in un attimo una marea di polemiche. A Varese tiene banco il progetto di viale Belforte che sembra di colpo diventato l’argomento del giorno. Una zona della città spesso, troppo spesso dimenticata, salvo per il traffico che in diverse ore del giorno congestiona il quartiere.

L’astio nei confronti di chi prova a pianificare nuove ciclabili e dei ciclisti ha dell’inverosimile. Gli amanti dell’auto o quanti devono usarla convinti che non esistano possibili alternative dovrebbero essere i maggiori fan dell’uso della bici. Meno auto sulle strade spianerebbe loro la possibilità di muoversi più agilmente. Meno code e meno traffico. E invece la guerra assume toni apocalittici anche da parte di chi conosce poco la realtà della mobilità.

Secondo il primo rapporto ufficiale della Commissione Europea sulla mobilità ciclistica, in Europa ci sono oltre 900.000 km di piste ciclabili e percorsi ciclo-friendly tra infrastrutture urbane, rurali e di lungo raggio. Questo è il valore aggregato preliminare dello studio Cycling Counts (2025). La rete EuroVelo — promossa dalla European Cyclists’ Federation — comprende oltre 90.000 km di itinerari ciclabili che attraversano l’Europa, con 17 grandi rotte di lunga distanza collegate tra loro e integrate con reti locali.

Un report del 2025 di Bikeitalia su indicatori di mobilità mostra che, in diversi Paesi europei, l’uso della bicicletta sta crescere rapidamente: Belgio, Irlanda e Francia guidano la classifica con aumenti significativi nell’uso quotidiano. L’Italia è sesta nella classifica dei Paesi monitorati, con un incremento complessivo di utilizzo delle biciclette superiore alla media del 5%.

A Copenaghen, dove la bici supera l’auto, il caso del ponte di Dybbøl  ampliato con una pista ciclabile di grande capacità, racconta come l’infrastruttura può cambiare l’esperienza urbana e la percezione del mezzo a pedali in città. A Parigi, Monaco e in molte città tedesche, le piste ciclabili recenti sono risultato di politiche deliberate di riduzione dello spazio auto per favorire la bicicletta.

Il tema non riguarda solo le grandi capitali, ma anche cittadine di dimensioni più contenute come può essere Nantes in Francia. È una città media, con quartieri residenziali, zone industriali riconvertite e ponti sul fiume Loira. Nantes non è piatta come Amsterdam né “storicamente ciclabile”. Negli anni ’90 era una città fortemente orientata all’auto. In trent’anni ha invertito la rotta, fino a essere eletta European Green Capital. La bici è diventata uno strumento di rigenerazione urbana, non solo ecologico ma anche economico e sociale.

In scala ancora più ridotta è Arles che non compete sui grandi numeri, ma sulla qualità urbana. La bici è diventata un compromesso intelligente per riduzione del traffico nel centro storico.

Le esperienze europee mostrano che non esiste un unico modello di città ciclabile. Nantes ha costruito una rete estesa e continua, trattando la bicicletta come una vera infrastruttura urbana, alternativa credibile all’automobile per gli spostamenti quotidiani. Arles, al contrario, ha puntato su interventi mirati e di qualità, integrando la mobilità ciclabile con il patrimonio storico e i grandi corridoi naturali come il Rodano. Due approcci diversi, ma accomunati da una visione chiara: la bici non è un elemento decorativo, bensì uno strumento per ricucire la città. In questo quadro, Varese si trova in una posizione intermedia: una città compatta, circondata dal verde, con un grande potenziale per trasformare la bicicletta da mezzo ricreativo a soluzione quotidiana, a patto di lavorare sulla continuità delle piste, sulla sicurezza degli incroci e sul collegamento tra quartieri, centro e stazioni.

Fare tutto questo richiede una volontà e un impegno forte. La direzione è chiara non per motivi ideologici, ma perché raggiungere un terzo della mobilità attraverso l’utilizzo della bici permetterebbe di vivere meglio, fare prevenzioni sanitaria efficace, avere minori costi e maggiori benefici ambientali. Sembrerebbe facile e logico e invece…

Via Confalonieri, 5

Castronno

Tutti gli eventi

di dicembre

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it
La libertà è una condizione essenziale della nostra vita. Non ci può essere libertà senza consapevolezza e per questo l’informazione è fondamentale per ogni comunità.
Pubblicato il 20 Dicembre 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore