Taglio del nastro per il nuovo murale inclusivo all’ingresso del CPS di Legnano
Il murale è stato completato durante l'inaugurazione stessa da tutti coloro che hanno voluto dare il proprio contributo

Taglio del nastro per il nuovo murale inclusivo “Sogni, bisogni e desideri” realizzato all’ingresso del CPS e centro diurno di via dei Ronchi a Legnano, inaugurato domenica 5 ottobre in occasione della terza edizione di “Sem minga matt”, giornata-evento dedicata alla sensibilizzazione sulla salute mentale attraverso musica, arte, laboratori e momenti di condivisione organizzata in occasione della Giornata mondiale della salute mentale del prossimo 10 ottobre.
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L’opera, con i suoi colori, dà forma a tre concetti che rappresentano il fil rouge alla base del lavoro del CPS e del centro diurno, come ha sottolineato il dott. Giorgio Bianconi, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Ovest Milanese e della Struttura Complessa Psichiatria di Legnano: «Inclusione, che vuol dire stare insieme allo stesso modo, con gli stessi diritti e le stesse potenzialità, esprimendo le proprie capacità; comunità, perché quella del centro è una comunità all’interno di una comunità molto più grande, che ci protegge, ci mette alla prova quotidianamente ma ci aiuta e ci sostiene nel garantire l’inclusione; e benessere, che non è solo un aspetto sanitario, ma un aspetto sociale che deve che deve essere garantito da ciascuno di noi e verso ciascuno di noi, affinché inclusione e comunità funzionino bene».

Il murale, e più in generale la terza edizione di “Sem minga matt”, sono frutto del lavoro di una rete di enti e associazioni formata da ASST Ovest Milanese, comune, Il Sole nel Cuore, Fondazione 4 Ospedali, Fondazione Lavoro e Solidarietà, Aiutiamoli, Randi Team, Pari e Dispari, AFAMP, contrada San Magno, Pro Loco di Dairago, Protezione Civile di Dairago e di Cerro Maggiore, Mister Coffee e Stranamente Normali. «C’è una rete che si sta muovendo per aprire e creare quello scambio inclusivo che produce comunità e lo fa perché la sua finalità è il benessere – ha ribadito, sulla scia delle parole del dott. Bianconi, il sindaco Lorenzo Radice, affiancato dal presidente della Fondazione 4 Ospedali Norberto Albertalli -. Sono questi i tre punti che uniscono tutte le realtà che sono qui, le istituzioni e tanta gente che si mette in moto per gli altri, per fare del bene e per far stare bene. Momenti come questo sono molto importanti: sono un segnale molto forte di come una comunità di cura vuole mettersi in gioco con il resto della città e portano l’attenzione su un tema su cui tutti dobbiamo riflettere, perché il disagio psicologico oggi è molto presente e anche molto sottovalutato, e dobbiamo avere il coraggio di guardarlo in faccia e farcene carico».
Il progetto da cui è nato il murale
Il murale, completato durante l’inaugurazione stessa da tutti coloro che hanno voluto dare il proprio contributo, è l’ultimo step di un percorso iniziato l’anno scorso e “guidato” da Marco Cavallo, la scultura di cartapesta creata nel 1973 nel manicomio di Trieste diventata simbolo della lotta per la chiusura dei manicomi e dei diritti delle persone con disagio mentale. «Il nostro Marco Cavallo ha raccolto biglietti, pensieri, sogni e desideri – hanno spiegato le educatrici che si sono occupate del progetto -: ci siamo chiesti cosa farne ed è nata l’idea di costruire insieme un murales e un video».

Lungo il percorso educatrici e frequentatori del CPS e del centro diurno sono stati accompagnati dall’architetto Giuliano Lovati e da Grazia Rimoldi, presidente di Aiutiamoli e volontaria di Pari e Dispari. «Quello che cerco di fare come architetto è far partecipare le persone che usufruiscono dello spazio e far pensare loro che cambiare uno spazio non è così difficile – ha spiegato Lovati -: con i ragazzi, grazie a questo laboratorio di murales, volevamo far vedere che uno spazio come quello all’ingresso del centro, che oggettivamente non ci piaceva, può essere modificato, può diventare più piacevole senza dover fare degli interventi incredibili».
«Fino a ieri il muro grigio e scrostato del parcheggio del CPS comunicava tristezza e abbandono – ha aggiunto Rimoldi -. Oggi, grazie a questo progetto, quello stesso muro si è trasformato: colori e forme armoniche lo hanno reso il primo messaggio di accoglienza, ne hanno fatto un invito a sentirsi parte. Il senso di quello che stiamo facendo oggi è raccogliere sogni e bisogni e restituirli in un’opera che non è solo estetica, ma ha anche un valore sociale, è una testimonianza che l’accoglienza, la partecipazione e la salute mentale non sono temi da relegare agli specialisti, ma responsabilità collettive che ci riguardano tutti».
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