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Tra i volontari di Croce Rossa a Legnano: “Con il Covid tutti abbiamo voluto dare qualcosa in più”

In occasione della Giornata Mondiale della Croce Rossa abbiamo raccolto le storie di tre volontari che nell'anno della pandemia hanno operato sul territorio affrontando solitudine, dolore e povertà

«Sento ancora le voci smarrite, rinchiuse dietro le porte di chi siamo andati ad aiutare in questa pandemia». Carla, è volontaria della Croce Rossa di Legnano e Parabiago. E’ entrata a fare parte di questa grande famiglia nel 2016 e si occupa dell’area sociale, stando a contatto con le persone più fragili. Durante l’emergenza sanitaria il suo contributo, come quello di tanti suoi colleghi che sabato 8 maggio festeggiano la Giornata Mondiale della Croce Rossa, è stato ancora più prezioso ed emotivamente difficile: «I bisogni in questo ultimo anno sono aumentati – ci spiega la volontaria -. Abbiamo aperto nuovi servizi, come quello di consegna spesa, che effettuiamo 4 volte la settimana, e farmaci  per andare incontro alle persone sole che non possono uscire di casa perchè in isolamento per il Covid. Loro ci preparano un biglietto che lasciano fuori dalla porta e noi cerchiamo di portare loro gli aiuti. Quello che più mi ha colpito è la voce di queste persone, sole e in tanti casi spaventate». Oltre a portare la spesa a casa, il comitato locale offre anche un servizio di consegna di generi alimentari per le famiglie indigenti che in questo momento sono più di sessanta.

Croce Rossa di Legnano, nella pandemia aumentati dipendenti e volontari

 

Povertà e solitudine sono fenomeni in aumento sul territorio e anche chi opera come soccorritore se ne rende conto. Raffaele, ha 30 anni e indossa la divisa della Croce Rossa dal 2008. Si occupa di tutto quello che ruota attorno all’ambulanza: trasporti sanitari, dimissioni, trasferimenti, centri mobili e dell’emergenza urgenza: «Nel 2020, con la pandemia, tutti ci siamo sentiti di dare qualcosa in più. Lo abbiamo fatto supportando i colleghi di Bergamo durante la prima emergenza sanitaria e operando nei nostri territori più colpiti dalla seconda ondata. Quello che lascia sempre un pò senza fiato è quando ci si trova di fronte alle persone anziane: il loro più grande problema è la solitudine».

C’è poi il problema di chi che cerca risposte e che si affida ai volontari per situazioni difficili come l’isolamento per questo virus che continua a spaventare. Lo sa bene Mauro, 45 anni, dal 2015 volontario del Comitato di Parabiago: «Durante la pandemia ho fatto diversi servizi. Abbiamo dovuto affrontare le tante richieste di aiuto che in molti casi riguardavano la sfera privato. Ho dovuto  fare i conti con le emozioni, le mie e quelle dei familiari degli assistiti. E’ stato un periodo lungo intenso».

Redazione
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Pubblicato il 07 Maggio 2021
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