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Covid, si può reinfettare solo lo 0,07%: “Il vaccino non serve a chi si è ammalato”

Lo conferma una ricerca di medici che fanno capo all'ASST Ovest Milano e alla ASST Sette Laghi

vaccini anti covid per disabili e caregiver famigliari

Dall’inizio delle vaccinazioni il prof. Antonino Mazzone, direttore del Dipartimento Area medica, Cronicità e Continuità assistenziale dell’Asst Ovest Milanese, ne è convinto: “Con le conoscenze attuali, il vaccino anti-Covid non va fatto a chi ha avuto la malattia“. In questi giorni, lo ha ribadito con un lavoro, di cui è ideatore e coordinatore, pubblicato su ‘Jama Internal Medicine‘. Una ricerca che vede coinvolti diversi medici del nostro terriorio, oltre al prof. Mazzone, tra cui il dr. Jose Vitale della Asst Sette Laghi, il dr. Nicola Mumoli primario dell’ospedale di Magenta, il dr. Pierangelo Clerici direttore dell’unità operativa di Microbiologia dell’Ospedale di Legnano

“Dopo un anno – spiega Mazzone, riassumendo all’agenzia AdnKronos i dati dello studio – su oltre 122.007 tamponi, di cui 15.960 positivi con 1.579 pazienti ricoverati, appena 5 ex malati si sono reinfettati e nessuno di loro ha sviluppato una patologia clinicamente importante. Solo uno è finito in ospedale e 4 erano persone che, per motivi di lavoro, frequentavano ambienti sanitari, quindi più a rischio di contagio”.

“Un dato che, “aggiustato per età, sesso, etnia e area sanitaria – precisa lo specialista legnanese- si traduce appunto in un rischio di reinfezione dello 0,07%. L’intervallo medio tra l’infezione primaria e la reinfezione è stato di oltre 230 giorni. Delle 13.496 persone” della coorte “che inizialmente non erano state infettate da Sars-CoV-2, 528 hanno successivamente sviluppato un’infezione primaria. L’incidenza per 100mila abitanti è pari a 1 per le reinfezioni, rispetto a 15,1 per le nuove infezioni”, aggiunge Mazzone.

“L’osservazione si è conclusa quando le varianti del coronavirus pandemico hanno iniziato a diffondersi nel nostro territorio, pertanto non possiamo stimare l’influenza di questa variabile sui risultati finali“, precisano gli autori della ricerca, tra i quali anche il presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli), Pierangelo Clerici.

“Questi nostri risultati confermano che le reinfezioni sono eventi davvero rari”, sottolineano sempre gli autori all’agenzia AdnKronos . “Il nostro studio – concludono – suggerisce che la naturale immunità naturale a Sars-CoV-2 potrebbe conferire un effetto protettivo per almeno un anno, dato simile a quello che risulta vicino alla protezione riportata nei recenti studi sui vaccini anti-Covid”.

Redazione
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Pubblicato il 28 Maggio 2021
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