L’emergenza Coronavirus
L’emergenza Coronavirus, che è arrivata in Italia dal 22 Febbraio circa, ha modificato i nostri comportamenti
L’emergenza Coronavirus, che è arrivata in Italia dal 22 Febbraio circa, ha modificato i nostri comportamenti. La nostra reazione iniziale è stata un po’ superficiale: non ci rendevamo conto, infatti, della gravità della situazione e la chiusura della scuola ci sembrava quasi una vacanza.Dobbiamo ammettere, però, che questa circostanza è durata poco, perché subitoci siamo rese conto di quanto la cosa fosse seria, così abbiamoiniziato a seguire molto i telegiornali per rimanere aggiornate sull’evoluzione del contagio.
Adesso cerchiamo di organizzare per bene le nostre giornate. Prima, quando si poteva, andavamo al parco a passeggiare ed il pomeriggio stavamo a casa a fare i compiti; cercavamo di stare attente a non portarci le mani alla faccia e a lavarle molto spesso. Quando arrivavamo a casa le lavavamo per bene.
Adesso non usciamo più e siamo state prese dalla paura.
La paura è un sentimento legittimo e la proviamo anche noi, per ognuna, per le nostre famiglie, per gli altri, la paura di essere contagiati e di non guarire; poi man mano questo sentimento si è attenuato e l’attenzione ha preso il suo posto. Invece altri si sono fatti prendere tutti dal panico e dall’allarmismo. Si ha paura anche solo di affacciarsi alla finestra: le persone stanno impazzendo con la paura di ammalarsi.
Secondo me non è proprio la parte peggiore di noi che emerge in questo periodo ma la parte spaventata, preoccupata e ansiosa.
Questo virus che ha colpito il nostro Paese rappresenta un nemico comune e, solo rimanendo uniti, collaborando e aiutandoci a vicenda riusciremo a sconfiggerlo, non certamente adottando comportamenti individualistici che mostrano solo un grande egoismo.
Arnese, Grassi, Leva
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