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Bollate, pietre d’inciampo per Vincenzo Attimo ed Elia Mondelli

Appuntamento sabato 8 febbraio dalle 10.30 davanti alle case dove hanno abitato i due bollatesi, in via Mazzini 3 e in via Gramsci 6. 

Due “Pietre d’inciampo” intitolate a Vincenzo Attimo ed Elia Mondelli, bollatesi deportati nei campi di sterminio durante il regime nazi-fascista.

L’iniziativa è stata proposta dalla sezione locali dell’ANPI e appoggiata dal Consiglio comunale di Bollate che, all’unanimità, ha approvato la mozione presentata dai gruppi di maggioranza. La posa avverrà sabato 8 febbraio dalle 10.30 davanti alle case dove hanno abitato i due bollatesi, in via Mazzini 3 e in via Gramsci 6.

Sarà presente il sindaco Francesco Vassallo, l’assessore alla Pace Lucia Albrizio, Giuseppe Parisi, il presidente dell’Anpi di Bollate e i familiari dei due deportati. 


Chi è Vincenzo Attimo Nato a Milano nel 1927 si trasferisce a Bollate fin da giovane, Tra i 15 e i 18 anni istituisce, con altri studenti, il gruppo antifascista GUI (Gruppo unitario irredentista) autonomo e indipendente dalle altre organizzazioni antifasciste. Dopo alcuni volantinaggi inneggianti alla libertà da nazismo e fascismo, viene arrestato e incarcerato a San Vittore come leader del gruppo. In seguito viene trasferito nei campi nazisti in Germania. Muore a Fossenburg l’8 maggio 1945.

Chi è Elia Mondelli Nasce a Dergano l’8 marzo 1923. Operaio, aderisce alla Resistenza e si unisce ai partigiani che operavano a Luino, sul monte san Michele. In seguito a un attacco nazifascista, si rifugia in Svizzera con un gruppo di compagni, ma, dopo pochi giorni, decide di rientrare in Italia per proseguire la lotta contro la dittatura. Arrestato e seviziato per il suo silenzio, viene portato a San Vittore, per poi essere trasferito a Fossoli, Bolzano, Mathausen e, infine, nel campo di Gusen. Dopo tribolazioni e patimenti, riesce a rientrare a Bollate dove, finita la guerra, costruisce la sua famiglia e la sua nuova vita, senza dimenticare il suo passato. Si iscrive all’ANED (Associazione ex deportati) raccontando la sua esperienza soprattutto nelle scuole e ai giovani. Muore a Bollate nel 2003.

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Febbraio 2020
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