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Anche Legnano ha contribuito alla cattura di Domenico Cutrì

Importante l'aiuto fornito dalla Compagnia dei carabinieri Legnano per arrestare l'evaso - Noleggiato in città il furgone per arredare il primo nascondiglio...

(g.somazzi) – Anche la Compagnia carabinieri di Legnano ha dato il suo contributo determinante all'arresto di Domenico Cutrì, il pericoloso evaso da Gallarate e finito in manette stanotte nel suo covo di Inveruno dopo il blitz del Gis (Gruppo intervento speciale).

Guidati dal capitano Michela Pagliara (nella foto la prima a sinistra), i militari legnanesi hanno preso parte alle indagini e la stessa Pagliara, ieri mattina domenica 9 febbraio, ha partecipato alla conferenza stampa al Comando Provinciale carabinieri di Varese dove sono state illustrate le indagini e l'operazione che hanno portato all'individuazione di Cutrì e dell'intero commando.

La stessa città di Legnano è stata una "tappa" della fuga del gruppo che aveva liberato l'evaso: poco dopo la sparatoria, fuori dal Tribunale di Gallarate, i fuggitivi avevano percorso l'autostrada A8 imboccando poi l'uscita di Legnano proseguendo la corsa verso Inveruno. Sempre a Legnano, in un autosalone di Viale Toselli, era stato noleggiato un furgone da parte di Carlotta Di Lauro (fidanzata di Antonino, fratello di Domenico  morto nella sparatoria, e anche lei fermata dai carabinieri nei giorni scorsi) usato, probabilmente per trasportare tutto il necessario per arredare il covo di Cellio, in provincia di Vercelli.

Nelle indagini, la Compagnia di Legnano ha fatto la sua parte, come ricordato in conferenza stampa. «Tutta la vicenda si è svolta in ambito familiare – ha dichiarato il capitano di Gallarate Michele La Stella -. Anche con la Compagnia di Legnano è emerso come l'evaso avesse relazioni particolari con una serie di soggetti: abbiamo approfondito i legami tra questi e i due fratelli. Conoscenze collegate a interessi economici o relazioni personali dove i due fratelli riuscivano a esercitare un'influenza negativa, timore reverenziale verso gli altri».

I militari hanno lavorato in squadra e così sono arrivati al covo di via Villoresi a Inveruno (nella foto a sinistra). Cutrì si trovava in alcuni locali di una casa in costruzione, all'interno di un cortile, insieme a un suo amico d'infanzia che ha preso parte al commando. I due avevano una pistola carica. Nel covo un divano, una televisione, copie di giornali che parlavano della fuga e generi alimentari.

Circa 50 i militari che hanno "preso d'assalto" il nascondiglio: «Il progetto che abbiamo sventato – ha spiegato il colonnello dei carabinieri di Varese Loris Baldassarre – era quello di trasferirsi completamente nella provincia di Vercelli, far perdere le tracce, assumere una nuova identità, fare rapine per sostenersi e costruirsi una nuova vita. Ma l'ideatore di tutto questo è morto nel conflitto a fuoco con le guardie penitenziarie a Gallarate, questo fatto ha modificato i suoi piani».

Altro "stop" al progetto il fermo di 3 altri componenti il commando proprio a Cellio, sorpresi mentre stavano abbandonando una valigia in un bosco. Un quarto arresto è avvenuto in provincia di Napoli.

«C'era il concreto sospetto che l'evaso potesse allontanarsi facendo perdere le sue tracce – ha ricordato il comandante provinciale di Varese colonnello Alessandro De Angelis, quello di stanotte è stato un intervento risolutivo: l'evaso è stato immobilizzato».

Il pm Raffaella Zappatini ha sottolineato: «Fin da subito si era capito che era una vicenda prettamente familiare, abbiamo lavorato su alcuni nominativi già emersi in passato per vicende connesse ai Cutrì».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Febbraio 2014
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