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IL CORDOGLIO DELL'ANPI PER LA SCOMPARSA DI SAMUELE TURCONI

Oggi, giovedì 26 febbraio, è deceduto Samuele Turconi, partigiano conosciuto con il nome di battaglia “Sandro”.

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Luigi Botta, presidente dell'Anpi, ci ha inviato il seguente messaggio:
‘Ricordiamo Samuele Turconi orgogliosi per averlo avuto  tra i nostri iscritti, riconoscenti quanto ha fatto per  la libertà di tutti. Comandante del gruppo di patrioti che il 21 giugno del ’44 ebbe uno scontro armato contro i militi delle brigate nere alla cascina Mazzafame, Turconi fu  ferito ed arrestato ma nulla rivelò che potesse danneggiare la Resistenza. Lo scorso giugno (come mostra la foto), durante la cerimonia commemorativa della 
 

battaglia  alla Cascina Mazzafame, l’Anpi onorò  il partigiano “Sandro” con una targa di benemerenza.  La sezione di Legnano si unisce al cordoglio dei famigliari nel ricordo dell’indimenticato Samuele’.

Come detto, Samuele Turconi, fu protagonista di una particolare vicenda storica legata alla Resistenza legnanese che ricordiamo qui sotto, estratta dal discorso pronunciato da Botta nel giugno 2008 alla Mazzafame.

Era il 19 giugno del ’44 ed un gruppo di partigiani, in maggior parte di Legnano, comandati dal Turconi stesso,   vennero  circondati in questa cascina da oltre  200 fascisti in pieno assetto di guerra. Erano  delle Brigate nere, della X Mas, e della PAI, la tristemente famosa Polizia Africa Italiana. La maggioranza proveniva da Busto Arsizio. Gli abitanti della cascina vennero ammassati dai fascisti contro questa chiesetta e minacciati di morte se i partigiani non si fossero arresi. Erano tutte donne, bambini e vecchi, tra questi Carlo Clementi, un contadino di 97 anni.Lo scontro armato fu durissimo e durò molte ore. Poi Turconi venne ferito  per bendue volte . Prima di cadere prigioniero dei fascisti si preoccupò che gli altri partigiani potessero salvarsi fuggendo nella campagna. Purtroppo con Turconi tre altri suoi compagni vennero presi, uno fu ucciso durante il trasporto a Busto, gli altri inviati nei Lager in Germania. Ritornarono dopo la Liberazione, ma morirono pochi mesi dopoper le angherie e le privazioni subite.                     

Turconi in gravi condizioni venne ricoverato all’ospedale di Busto sotto sorveglianza
per essere interrogato e quindi fucilato. In uno dei giorni seguenti una giovane e coraggiosa ragazza entrava di corsa nella stanzetta del Turconi e lo baciava abbracciandolo. I fascisti di guardia, credendo fosse la sua fidanzata, la malmenarono ferocemente sulla schiena col calcio del fucile, la picchiarono e la tirarono per i capelli. La ragazza di allora,valorosa staffetta partigiana, si chiama Piera Pattano e vive a Legnano.

Tra le labbra,  Turconi si trovò un biglietto sul quale era scritto “tenteremo alle 10”.
La sera stessa un gruppetto di partigiani, tra i quali Guido e Mauro Venegoni, entrarono di soppiatto in ospedale attraverso una finestra, neutralizzarono i tre brigatisti di guardia, legarono il Turconi, che non poteva muoversi,  su un cuscino e lo liberarono dileguandosi poi in bicicletta.Guarito, Samuele tornò alla lotta clandestina, venne arrestato, torturato e portato a San Vittore dove venne poi liberato il 25 aprile del ’45.


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Pubblicato il 26 Febbraio 2009
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