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PFAS nell’Olona: a Legnano valori nella norma come in tutta la Lombardia

Lo confermano i dati del Rapporto PFAS 2025 di ARPA Lombardia, che raccoglie i risultati del monitoraggio condotto nel 2024 e in alcune campagne del 2025 su fiumi, laghi, acque sotterranee e scarichi in tutta la regione

fiume olona

I PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche al centro dell’attenzione ambientale, sono presenti anche nel fiume Olona nel tratto di Legnano, ma a concentrazioni basse e senza superamenti dei limiti di legge. Lo confermano i dati del Rapporto PFAS 2025 di ARPA Lombardia, che raccoglie i risultati del monitoraggio condotto nel 2024 e in alcune campagne del 2025 su fiumi, laghi, acque sotterranee e scarichi in tutta la regione. «Come negli anni precedenti, anche nel 2024 – precisano da Arpa -, gli esiti dei monitoraggi in Lombardia confermano la presenza in tracce di diverse sostanze PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) senza alcun superamento dei limiti normativi, a eccezione del parametro PFOS (acido perfluoroottansolfonico), per il quale, su una serie di corpi idrici superficiali, i dati mostrano il superamento del valore normativo medio, mantenendosi comunque al di sotto del limite normativo massimo. Per lo stesso parametro sono stati riscontrati casi isolati di sforamento del valore soglia nelle acque sotterranee”.

Olona

Nel dettaglio locale, a Legnano, punto di campionamento situato a valle del depuratore di Olgiate Olona, ARPA rileva la presenza costante di PFAS a catena corta, come PFPeA e PFHxA, con valori molto contenuti. In alcune campagne recenti è stata individuata anche la sostanza 6:2 FTS, un PFAS di nuova generazione, con un valore massimo pari a 0,043 microgrammi per litro, comunque lontano da soglie di rischio. Le molecole storicamente più critiche, come PFOS e PFOA, risultano assenti o prossime al limite di quantificazione. Una situazione analoga si riscontra nel tratto di Rho, dove le concentrazioni risultano simili o leggermente inferiori rispetto a Legnano, senza evidenze di particolari criticità. In entrambi i casi, sottolinea ARPA, non si registrano superamenti degli Standard di Qualità Ambientale previsti dalla normativa. Il quadro locale si inserisce in una situazione più ampia che interessa l’intero territorio lombardo.

In Lombardia

I numeri del monitoraggio restituiscono la portata del lavoro svolto da ARPA Lombardia. Nel solo 2024 sono stati analizzati 1.088 campioni, mentre tra il 2017 e il 2024 sono stati effettuati oltre 4.600 campionamenti e più di 70 mila analisi su tutto il territorio regionale. I controlli hanno interessato corsi d’acqua, laghi, pozzi per le acque sotterranee e numerosi depuratori e scarichi industriali, con l’analisi di fino a 18 sostanze PFAS nelle aree considerate più sensibili. In linea con gli anni precedenti, il Rapporto evidenzia che solo il PFOS ha mostrato criticità legate al superamento del valore medio annuo, fissato a 0,00065 microgrammi per litro, mentre le concentrazioni massime sono rimaste ampiamente al di sotto del limite di legge, pari a 36 microgrammi per litro. Per tutte le altre sostanze monitorate, come PFBS, PFBA, PFPeA, PFHxA e PFOA, non sono stati rilevati superamenti dei limiti normativi.

I PFAS

Sono composti chimici sintetici la cui presenza nell’ambiente è stata riconosciuta solo negli ultimi decenni. Questi composti sono caratterizzati da stabilità chimica e termica, oltre che da proprietà idrorepellenti, che li hanno resi utili e molto diffusi in numerosi settori industriali sin dagli anni 50. Vengono impiegati in trattamenti di rivestimento per contenitori alimentari, in tessuti antimacchia e impermeabili, in vernici, schiume antincendio, imballaggi, mobili, e anche in biocidi e prodotti fitosanitari. Il PFOS (acido perfluoroottansolfonico), sostanza appartenente al gruppo dei PFAS, è soggetto a restrizioni in Europa da diversi anni e dal 2009 è incluso nella Convenzione internazionale di Stoccolma e ne è stato eliminato l’uso nei processi produttivi.

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Dicembre 2025
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