Meeting Atletica Cairatese, trent’anni di inclusione che rischiano il silenzio
Domenica 21 settembre l’Atletica Cairatese celebra il trentennale del suo storico Meeting Inclusivo di Atletica Leggera, presso il Campo Comunale di Cairate. Un traguardo che sa di resistenza, più che di festa

Domenica 21 settembre l’Atletica Cairatese celebra il trentennale del suo storico Meeting Inclusivo di Atletica Leggera, presso il Campo Comunale di Cairate. Un traguardo che sa di resistenza, più che di festa.
on il patrocinio del Comune, l’instancabile presidente dell’Atletica Cairatese e vicepresidente Fidal Lombardia Bruno Frigeri accoglierà una trentina di atleti con e senza disabilità che, dalla prima mattina, si confronteranno in pista e in pedana. Come sempre, lo faranno con passione e spirito sportivo che non ha bisogno di riflettori e
Alla conferenza stampa, tenutasi nella sala consiliare del Comune, erano presenti rappresentanti storici dello sport inclusivo: il tecnico FISDIR Carla Benzi, il presidente provinciale FIDAL Marco Lazzati, l’ex campione paralimpico Ambrogio Magistrelli, il vice presidente dell’Atletica Cairatese Mario Di Donato, il tecnico della Pro Patria ARC Alessandra Gatti, e l’ex atleta Flavio Mascheroni. Tutti uniti da un filo comune: la passione per lo sport e la consapevolezza che l’inclusione si fa sul campo, non nei convegni.
“Dopo trent’anni la fatica si sente – ha dichiarato Frigeri – ma anche se fosse per un solo atleta con disabilità, ne vale comunque la pena. Questo Meeting ha valore umano, sportivo e sociale. Il rammarico? L’assenza – ormai cronica – di chi dovrebbe promuovere e sostenere le società sportive impegnate nel promuovere e tradurre in pratica lo sport per tutti”.
E proprio questo è il punto. L’inclusione non può restare uno slogan. Servono fatti, risorse, sostegno concreto. Ma soprattutto, servono presenze, là dove lo sport si fa davvero: tra i volontari, tra gli organizzatori, tra gli atleti.
Domenica, ancora una volta, Bruno Frigeri e una manciata di volontari saranno in pista anche per chi dovrebbe esserci e non c’è. Saranno lì per rappresentare un’idea di sport che non fa notizia ma cambia le vite. Un impegno che oggi rischia di spegnersi nell’indifferenza, ignorato da chi si riempie la bocca di parole come “inclusione” e “valori”, salvo poi dimenticarsene quando si tratta di agire.
Trent’anni non si cancellano con l’indifferenza. Ma il futuro si costruisce solo con la presenza.
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