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Un parco a Buscate per ricordare Rino Colombo, partigiano deportato a Mauthausen

La proposta viene dalla locale sezione di Legambiente per ricordare il ventiduenne arruolatosi nella "Cesare Battisti" sui monti del Verbano e arrestato durante una missione in pianura. Morì due anni dopo la guerra per le terribili sofferenze patite

Rino Colombo Buscate

Una proposta di memoria e riconoscenza arriva dal circolo Legambiente di Buscate, che ha inoltrato al sindaco Fabio Merlotti la richiesta di intitolare il parco situato tra via Mameli e via Mozart a Rino Colombo, giovane buscatese che sacrificò la propria vita nella lotta contro il nazifascismo.

Nato a Buscate il 6 giugno 1923, Colombo fu inviato in guerra nel 1943 con il 22° Reggimento Artiglieria, nella Jugoslavia occupata. Dopo l’8 settembre aderì al Movimento di Liberazione, entrando nella Brigata Alpina Cesare Battisti, che operava tra i monti del Verbano e che aveva tra le sue file diversi giovani dell’Alto Milanese.

Nel gennaio 1944, mentre eseguiva una missione di collegamento ordinata dal comandante Arca (Armando Calzavara) nella zona di Saronno, fu catturato. Tradito da una soffiata, venne arrestato in una trattoria a Rescaldina e deportato in Germania, nel campo di concentramento di Mauthausen., transitando nei due diversi sottocampi di Gusen e Schwechat-Floridsdorf.

Qui subì torture e sevizie che lo ridussero a condizioni quasi ad uno scheletro. Rimpatriato il 1° novembre 1945, venne ricoverato nel sanatorio di Cuasso al Monte, ma le sue condizioni erano ormai irreversibili. Morì il 23 marzo 1947, a soli 23 anni.

Nella lettera indirizzata al primo cittadino, Legambiente sottolinea l’importanza di preservare la memoria dei buscatesi che parteciparono alla Resistenza. Oltre all’intitolazione del parco, l’associazione chiede anche la posa di una stele commemorativa che riporti l’immagine funeraria di Colombo.

Il valore della memoria

“Ricordare figure come quella di Rino Colombo – scrive Legambiente – significa restituire dignità e testimonianza a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutti. È un dovere civico e morale che si rinnova ogni volta che uno spazio pubblico diventa luogo di memoria condivisa”.

La decisione ora è nelle mani dell’amministrazione comunale, che dovrà valutare la proposta.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 01 Settembre 2025
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