Trecento persone alla pastasciutta antifascista a Rho: “Un solo grido: pace!”
Il sindaco Orlandi: “Sia l’inizio di una nuova tradizione all’insegna dei valori democratici”

Come nel Legnanese anche a Rho tanti cittadini hanno risposto all’invito del Comune di Rho, unitamente ad ANPI e ANED, nel ricordo dei festeggiamenti della famiglia Cervi alla caduta della dittatura fascista il 25 luglio 1943. La pastasciutta antifascista, la sera del 25 luglio 2025, ha rappresentato un momento di aggregazione, di difesa dei valori democratici, di promozione della pace. Il sindaco Andrea Orlandi ha auspicato che l’appuntamento si rinnovi ogni anno. Con lui il vicesindaco Maria Rita Vergani , ideatrice della serata con Paola Cupetti dell’ufficio cerimoniale. Sono intervenuti Alfonso Airaghi di Anpi Rho e Fabrizio Grezzan di EMERGENCY presenti con una mostra e un banchetto per raccogliere fondi a favore della popolazione di Gaza. Presenti il presidente del Consiglio comunale Calogero Mancarella, l’assessore Emiliana Brognoli e le consigliere comunali Yasmine Bale e Clelia La Palomenta oltre a Carmen Meloni in rappresentanza di ANED Milano. Un ringraziamento particolare a Ristorazione Oggi, al gruppo di protezione civile COR e ai volontari che hanno apparecchiato e sparecchiato i tavoli, servito la cena, aiutato l’organizzazione. La sera del 25 luglio 1943, tornando dai campi in cui lavoravano in Emilia Romagna, i sette fratelli Cervi e il loro padre scoprirono che, dopo la riunione del Gran Consiglio del fascismo, era stata decisa la deposizione di Benito Mussolini. Per festeggiare, si cucinarono a Gattatico quintali di pasta al burro e parmigiano. Il Comune di Rho, in collaborazione con la sezione ANPI Rho e con ANED (Associazione nazionale deportati) Milano, ha scelto di rivivere quel momento di celebrazione popolare all’insegna dei valori della vita democratica e dell’antifascismo cucinando una pastasciutta proposta in tre varianti per accontentare tutti: al burro, all’olio, con sugo al pomodoro. Ma anche panini al salame e al formaggio. Durante l’evento sono stati esposti dei pannelli realizzati da ANPI Rho per illustrare il contesto storico e l’origine dell’evento della “Pastasciutta antifascista”. Un modo per ricordare i valori che animarono la famiglia Cervi e tutti i contadini e i partigiani coinvolti nell’evento del 1943.
Ai partecipanti non è stato chiesto un contributo economico: si è proposto di effettuare donazioni a Emergency, in particolare per le attività di cura e supporto della popolazione di Gaza piagata da bombardamenti, rappresaglie e soprattutto dalla fame. La sezione di Emergency ha anche proposto due video, al suo gazebo, attraverso moderni visori: uno dedicato a un ospedale attivo in Africa, l’altro al soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Fabrizio Grezzan ha ricordato la stretta e costante collaborazione con il Comune di Rho (“è stato tra i primi Comuni ad aderire alla campagna R1pud1a”), ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto l’impegno dell’organizzazione umanitaria contro ogni guerra e per la pace ed esortato a sottoscrivere la richiesta al Governo italiano di prendere una posizione su quanto sta avvenendo in Palestina.
«Ovunque, dopo la notte del Gran Consiglio, furono abbattuti i simboli del regime, inneggiando alla democrazia e alla pace – ha ricordato Alfonso Airaghi, a nome di ANPI Rho – Una gioia spontanea con l’illusione che la fine della guerra e della dittatura fosse vicina. Il 26 luglio a Milano furono assaltati la Casa del fascio e diverse sedi di gruppi rionali, fino a settembre fu un susseguirsi di scioperi di dimostrazioni e comizi capeggiati dai vecchi antifascisti tornati dal confino. Anche a Rho la gente uscì finalmente di casa e una grande folla inneggiante all’antifascismo riempì le strade, piazza San Vittore, piazza Visconti certa che con la fine del regime sarebbe cessata anche la guerra. I simboli fascisti furono abbattuti. Alcuni fecero irruzione nell’ufficio del podestà e gli imposero di staccare il quadro di Mussolini dalla parete. L’eccitazione saliva velocemente, per strada, come d’incanto, erano sparite tutte le camicie nere ed era sparito anche il segretario provinciale e politico del fascio locale che, spaventato dalle notizie che gli arrivarono da Milano e ancor più dalla situazione che si era creata in paese, si barricò in casa e si suicidò». Airaghi ha ricordato come, dopo l’8 settembre 1943, la repressione si fece dura: “Chi si asteneva dal lavoro rischiava la fucilazione. A Milano aprirono il fuoco su operai della Breda e della Innocenti”. Tornarono tempi bui e i sette fratelli Cervi, come tanti partigiani, pagarono con la vita il loro impegno per la libertà e la giustizia. Airaghi ha accolto con favore la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di riconoscere lo Stato di Palestina, ricordando che il Consiglio comunale di Rho lo ha già fatto, su richiesta del Sindaco Andrea Orlandi, il 25 giugno scorso. Quindi ha concluso ribadendo che «di fronte agli orrori di Gaza chi rimane indifferente è complice».
Quindi, l’intervento del Sindaco Andrea Orlandi: «In queste ultime ore ci sono due notizie che tornano alla ribalta e hanno a che fare con questa giornata. La prima è che a Gaza i bambini muoiono di fame e vedere quelle immagine è un colpo al cuore, non può lasciare indifferenti, deve spronarci a continuare a combattere e lavorare sui temi della pace. Il secondo tema è il grande coraggio della Francia, che ha saputo discostarsi anche dall’indirizzo dell’Unione europea che attualmente è immobile sul tema del riconoscimento dello Stato di Palestina. Chi è più coraggioso e sa guardare avanti deve fare il primo passo e questo passo della Francia non potrà lasciare inermi gli altri Paesi europei, l’Italia stessa dovrà interrogarsi. È il presupposto per avviare il percorso di pace, qualsiasi dialogo non può neanche iniziare se non viene riconosciuto l’altro Stato, perché ora la Palestina non esiste nel diritto internazionale e se la pace bisogna farla in due occorre che almeno ci siano due soggetti. Se non si compie questo passo, continuerà questa immane tragedia, questo genocidio, come lo ha chiamato non l’una o l’altra fazione ma il Tribunale internazionale dell’Aja. Questa è la prima volta che ricordiamo la pastasciutta antifascista, mi piacerebbe diventasse una tradizione, che da adesso ogni anno si vivesse questo momento di ricordo, di condivisione dei valori di pace, unità e libertà, non solo per la nostra Italia ma anche per i 57 conflitti aperti nel mondo. Viva l’Italia antifascista!».
Dopo la cena il concerto dei Cantosociale con canti partigiani e per la pace. Il gruppo ha conquistato il pubblico, avviando la serata con “Il disertore” nella versione di Ivano Fossati e concludendola con “Bella Ciao”. «Una serata di piazza, di aggregazione, di libertà – il commento di Maria Rita Vergani – I rhodensi hanno risposto all’invito, nonostante fino a un’ora prima ci fosse la pioggia, ed è stato bello incontrare le persone, dialogare, ritrovarsi a condividere i valori che i partigiani hanno difeso e che occorre ancora difendere oggi più che mai»
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