Nel video l'intervento del segretario della Cgil Maurizio Landini

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Con i driver di Amazon ha protestato anche una rappresentanza dei sindacati di Legnano. I lavoratori oggi, martedì 26 febbraio, hanno fermano le consegne e manifestato con un presidio a Milano sotto gli uffici della sede del colosso digitale. 

Il sit-in è stato organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Il segretario della Cgil Ticino- Olona Jorge Torre in serata ha sottolineato: «Siamo scesi in piazza per chiedere meno sfruttamento e più assunzioni: i lavoratori di Amazon e dei suoi subappalti sono costretti a ritmi di lavoro troppo pesanti. In 8 ore devono consegnare 160 pacchi».

I sindacalisti legnanesi hanno partecipato con i colleghi milanese per convincere la casa madre a negoziare una migliore organizzazione del lavoro. «Amazon dovrebbe assumersi la responsabilità di controllare a chi appalta un lavoro: dovrebbe vegliare sulle condizioni di lavoro. Lavorare per Amazon è peggio del lavoro a cottimo: non è possibile contrattare sul quantitativo di produzione, la richiesta è sempre al rialzo. Noi non siamo contro Amazon: affermiamo solo che non può rappresentare il nuovo modo di vivere, la modernità non è sfruttamento».

[pubblicita] Infine, Torre ha deciso di rivolgersi ai clienti di Amazon per una maggior presa di coscienza: «Quando ordinate un prodotto che viene consegnato a casa, cercate di pensare anche alla persona che effettua la consegna. Chiedetevi in che condizioni lavora. Domandatevi se è stato sfruttato. La tecnologia è amica, se utilizzata in maniera corretta: potrebbe aiutare il lavoro e la sicurezza. Con questo sciopero abbiamo chiesto di lavorare meglio, di essere sfruttati meno e nuove assunzioni».