Bandiere sindacali e braccia incrociate, i lavori Pensotti e Sices chiedono di non perdere il lavoro. La manifestazione ha preso vita poco dopo le 10.30 di questa mattina, mercoledì 4 luglio,  in piazza Monumento a Legnano: oltre una cinquantina i manifestanti che hanno preso parte al corteo.

Giunti davanti alla sede di Confindustria Alto Milanese, una delegazione è salita negli uffici di via San Domenico. Poi, verso le 13 al termine della sfilata in piazza San Magno, le rappresentanze hanno bussato alla porta del sindaco Fratus. E proprio a Palazzo Malinverni i lavoratori hanno trovato piena rassicurazione: «Il primo cittadino di Legnano ci ha ascoltato – affermano i sindacalisti – Prima ha chiamato l'Inps per cercare di accellerare i versamenti della cassa integrazione che i lavoratori attendono da febbraio. Poi ha contattato un assessore regionale e con tutta probabilità la nostra situazione verrà trattata in Commissione 4. E poi, puntiamo al Mise a Roma».

Già all'alba di questa mattina alcuni manifestanti hanno affisso striscioni sui cancelli dell'azienda e sul ponte lungo la via San Bernardino a Legnano. Anche i lavoratori della Sices a Porto Torres in Sardegna sono scesi in piazza per dar vita a una manifestazione di solidarietà a sostegno dei dipendenti Pensotti di Legnano e Sices.

La Pensotti caldaie, dopo 120 anni, sta rischiando di sparire lasciando in seria difficoltà diverse famiglie.«Non condividiamo il progetto dell'azienda che prevede il licenziamento di 60/100 lavoratori – affermano all'unisono lavoratori e sindacalisti -. Per questo chiediamo aiuto alle istituzioni». 

Come spiegano i lavoratori, la storica Pensotti Idrotermici venne acquisita da Fcl (Fabbrica Caldaie Legnano), società rientrante nel Gruppo Sices. Con questo nuovo volto nel 2007 rientrò a Legnano negli spazi di via XX Settembre area precedentemente occupata dalla fabbrica ABB. Sono passati 10 anni e oggi la Pensotti è in concordato preventivo: proprio lunedì 25 giugno è stato depositato il progetto di rilancio che prevede il parziale affitto del ramo d'azienda. Adesso la parola è passata al giudice che dovrà esaminare la proposta.

Al corte hanno preso parte Stefano Abbatangelo, segretario della FIM Cisl Milano Metropoli, Edoardo Barra responsabile di zona della Fim per l’Alto Milanese e Giuseppe Oliva della Cisl, Sergio Bellavita della Usb – Unione Sindacale di Base e Antonio Del Duca della Fiom, oltre a delegati di altre aziende.

«Siamo qui oggi per cercare di trovare una soluzione con le istituzioni, non si possono abbandonare i lavoratori – sottolinea Stefano Abbatangelo –. Oggi 95 lavoratori vogliono risposte. Stiamo parlando di famiglie che rischiano di ritrovarsi sul lastrico. Sul tavolo di Confindustria abbiamo ribadito che la Pensotti fa parte della storia e non può finire così. La responsabilità è di tutti: le istituzioni devono assumersi le loro e cercare con i lavorarori una soluzione. Forse potremmo trovare aiuto da altri imprenditori».

«Anche questi 95 lavoratori sono tanti – gli fa eco Giuseppe Oliva –: si aggiungono alle centinaia di legnanesi e non solo che sono  rimasti a casa». In questo periodo si parla di «un segnale di ripresa, ma non basta: il territorio è massacrato e oggi ci troviamo ancora ad affrontare un problema occupazionale importante. L'obiettivo è trovare garanzie occupazionali».

L'imprenditore che ha presentato la proposta per l'affitanza incontrerà lavoratori e sindacati solo se il giudice darà un responso positivo. «A parer nostro non è una proposta praticabile quella presentata per l'affittanza – afferma con forza Del Duca -. Per i lavoratori è un percorso ad ostacoli». Secondo i lavoratori non è una realtà abbastanza «forte per garantire nel futuro un riassorbimento occupazionale totale. Siamo preoccupati per il nostro futuro: come faremo a vivere?».