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Cyberbullismo, i consigli della Polizia di Stato

A colloquio con il dirigente e il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Legnano

A seguito del progetto di alternanza scuola lavoro, ho avuto l’opportunità di far visita al Commissariato di Legnano e di confrontarmi con il vice questore aggiunto dr. Umberto D’Auria sul tema attuale del cyber bullismo.

Così si è espresso il dirigente della Polizia di Stato: “Il cyber bullismo non è il reato vero e proprio ma un fenomeno sociale che prevede  diversi comportamenti illeciti quali stalking, outing e diffamazione, esclusione o  furto d’identità. Quando si parla di questo fenomeno, si prendono in considerazione i comportamenti illeciti dei minorenni nei confronti di altri coetanei; è molto raro, infatti, che un gruppo di adolescenti prenda come vittime gli adulti. La Legge 71 del 2017 – aggiunge il dr. D'Auria- definisce il cyber bullismo come qualunque forma di aggressione, molestia, ricatto, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica,oltre alla diffusione di contenuti online con lo scopo intenzionale e predominante di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”

[pubblicita]          Secondo una ricerca svolta da Save The Children, è poi emerso che tre ragazzi su dieci sono testimoni di comportamenti illeciti in rete, complice anche l’apparente sicurezza di potersi nascondere dietro allo schermo del PC e a un presunto anonimat. Ma questa sicurezza è infondata, infatti, le autorità possono rintracciare il trasgressore tramite l’indirizzo IP, ovvero il protocollo di connessione che identifica l’utente, e che permette quindi di agire di conseguenza.

Oltre alla possibilità di rintracciare gli autori, le forze dell’ordine, con il permesso di un giudice, possono avere accesso a tutte le informazioni cancellate da internet in consguenza dell'applicazione del diritto all’oblio. Anche se alcune pagine sono state oscurate dai portali raggiungibili dagli utenti comuni, queste rimarranno conservate sui server quindi saranno reperibili dalle forze dell’ordine in qualsiasi momento. Questo vale anche per le chat, i messaggi e i commenti diffamatori  che vengono scritte dai cyber bulli. Inoltre la Polizia invita gli utenti di ogni social a pubblicare pareri o foto personali solo se si ha la sicurezza di poter reagire in modo maturo alle critiche o ai pareri diversi dal proprio per attuare così una auto-tutela personale.

Redazione
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Pubblicato il 11 Febbraio 2020
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