Con Smart Salute torniamo oggi sulla tematica del latte. Dopo aver ascoltato la dottoressa Antonella Ferzi, dirigente medico del reparto di oncologia all'ospedale di Legnano, abbiamo incontrato ora con il dottor Michele Sculati, specializzato in scienze dell’alimentazione, professore a contratto presso l’Università Milano Bicocca e Pavia.

Dopo i due anni il latte si può bere? «Esiste un accordo nella comunità scientifica – spiega il dott. Sculati -, in cui si spiega che dopo l'anno di vita si può bere, magari iniziando con latte parzialmente diluito, ma poi può far parte di quegli alimenti che contribuiscono a costruire un fisico e delle ossa abbastanza sane. Ovviamente con moderazione: come tutti gli alimenti che fanno parte di una dieta varia e bilanciata, non dobbiamo esagerare e quindi le linee guida sulla corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia del ministero della salute propongono un range tra i 200 e i 400 ml circa».

Tra tumori e latte invece, esiste una correlazione?: «La domanda è complicata – continua il dott. Sculati -. Domande così delicate vanno gestite in modo accurato, per questo è necessario raccogliere tantissimi dati per riuscire a capire se c'è una correlazione. AIRC (associazione italiana per la ricerca contro il cancro), gestita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, monitora la situazione e raccoglie dati su quasi mezzo milione di persone. Nel 2014, IARC (International agency for research on cancer) ha emanato il codice europeo contro il cancro, un codice che invito a consultare. Il latte non fa parte di quegli alimenti su cui vi è un'attenzione particolare: il codice suggerisce di limitare il consumo di grassi e di zuccheri perchè sappiamo che una dieta troppo calorica correlata al sovrappeso e all'obesità può incidere su una pluralità di forme di cancro. Poi, si suggerisce di aumentare il consumo di frutta, verdura e cereali integrali e, per la prima volta, viene suggerito di contenere il consumo di carni rosse a circa 500 grammi la settimana, quindi di non demonizzarne la carne ma di contenerne il consumo all'interno di un range ragionevole». 

Il latte può quindi far parte di una corretta alimentazione, secondo le linee guida italiane ed europee: «Sicuramente non dobbiamo esagerare con un consumo eccessivo di latte (inteso come 800 ml al giorno). Le linee guida italiane si allineano a quelle di Harvard e suggeriscono 3 porzioni di latte o yogurt al giorno da 125 ml. Così si possono avere i benefici del latte con una buona qualità proteica. Se a colazione lo sostituiamo con altri tipi di latte poveri di proteine svuotiamo la colazione di un significato nutrizionale che invece è importante». 

Per quanto riguarda invece le caseine, proteine del latte, queste «sono ormai sotto la lente di ingrandimento perchè in molti ritengono che siano delle proteine che inducono e stimolano la proliferazione tumorale, ma questo non è evidenziato dalla scienza. Possiamo stare tranquilli nel momento in cui consumiamo con moderazione la caseina»

A colazione quindi si può non rinunciare al caffè macchiato o al cappuccio, oltre che al latte, «l'importante è non berlo nei galloni», mentre, per quanto riguarda i formaggi, «l'importante, oltre a consumarli con moderazione, puntare sulla qualità e sulla tradizione perchè noi italiani siamo dei produttori incredibili con una fantasia pazzesca sui formaggi e rischiamo alle volte di importare prodotti di qualità bassa».

Il dott. Sculati ha recentemente partecipato al "processo al latte" organizzato dall'ordine dei medici di Milano, «proprio perchè sappiamo che vi sono colleghi che hanno posizioni personali delicate, un po come sui vaccini» ha spiegato il dottore che fece, tra l'altro, parte dei consulenti tecnici.