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“Non andrà tutto bene con una sanità pubblica ancor più in ginocchio”

Rifondazione comunista capovolge il messaggio in negativo, per indicare cosa non fare se vogliamo davvero che il futuro vada bene

Riceviamo e pubblichiamo:

Il dramma che tutti stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria e le modalità con cui viene affrontata, specie nella nostra Regione, ci induce ad alcune riflessioni.

La diffusione dei contagi da coronavirus ha messo gravemente in crisi la capacità ricettiva degli ospedali pubblici, specie per mancanza di posti di terapia intensiva e per subacuti, e ha reso insostenibile il lavoro del personale sanitario, svolto in condizioni emergenziali e con grande penuria di presidi di protezione personale. Tanto che purtroppo si contano già diversi decessi tra i lavoratori della sanità, tra cui diversi medici ospedalieri oltre a medici di base. A loro va tutta la nostra solidarietà, ma ad essa non può non accompagnarsi anche tutta la nostra rabbia.

Quanto sta accadendo conferma infatti quanto da lungo tempo si denunciava: la riduzione della sanità pubblica ai minimi storici, la progressiva privatizzazione del sistema sanitario e la distrazione sistematica di fondi verso il settore privato (accompagnata da ricorrenti scandali che ne hanno evidenziato le logiche clientelari), il disinteresse verso i presidi sanitari di base e la prevenzione. Denunce rimaste sempre inascoltate.

Ora la corsa contro il tempo per allestire camere e posti letto opportunamente attrezzati ha condotto a sottrarre di fatto posti letto già scarsi ad altre patologie che non cessano di esistere, e a investire risorse e tempo prezioso per attrezzare ex novo nuovi spazi, lasciando al privato la possibilità di poter lucrare anche sulle difficoltà del pubblico a fare fronte alle prestazioni ordinarie. I nuovi accreditamenti con procedure d’urgenza di settori del privato convenzionato non hanno sostanzialmente cambiato la situazione, ponendo anzi un’ipoteca sulla sanità del dopo-emergenza.

Di fatto l'emergenza continua a pesare sulla sanità pubblica, mentre verso quella privata continua a esserci la subalternità di governo e partiti che l'hanno alimentata negli ultimi 20 anni.

In Spagna e in Irlanda i rispettivi governi hanno invece avuto il coraggio di requisire la strutture private per metterle al servizio della lotta contro il coronavirus. Ci saremmo aspettati che anche il governo italiano avesse, almeno per la gravità della situazione, lo stesso coraggio di decretare l’immediato controllo pubblico su tutte le strutture private per poterle utilizzare in base alle emergenze nei territori.

Sui social ci dicono che “tutto andrà bene”: messaggio doveroso per confortare i bambini vittime innocenti di quanto sta accadendo. Ma illusorio per noi comuni cittadini adulti: no, non andrà “tutto bene”.

Non andrà tutto bene per tutti coloro che avranno perso la propria vita e per le loro famiglie, per chi avrà avuto la vita sconvolta da questa esperienza, per chi si ritroverà senza lavoro e senza reddito, per tutti gli ultimi che saranno i primi a pagare le conseguenze di questo disastro.

Non andrà tutto bene se ci ritroveremo con una sanità pubblica ancor più in ginocchio, se non si avrà il coraggio di cambiarla radicalmente recuperando la sua iniziale impronta universalistica, se alla fine ci avranno guadagnato ancora i soliti noti.

Rifondazione Comunista Circolo “D. Lazzari” di Legnano

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Marzo 2020
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